A Pompei ricostruito completamente il “Carro della Sposa”. È un intervento storico
Il lussuoso carro rinvenuto due anni fa nella Civita Giuliana sarà ora esposto per la prima volta al Museo Nazionale Romano, in una mostra realizzata in collaborazione con il Ministero della Cultura greco
Due anni dopo la sua scoperta, il trionfale restauro è completo. È stato oggetto di un intervento radicale e senza precedenti il grande carro cerimoniale a quattro ruote noto come “Carro della Sposa” ritrovato nel 2021 nel portico della villa di Civita Giuliana a Pompei. “La scoperta all’epoca dello scavo fu eccezionale per le informazioni che rivelava per la tipologia di veicoli di trasporto, di tipo cerimoniale, che non trovava confronti in Italia con simili reperti“, ha dichiarato il direttore generale dei Musei, Massimo Osanna, ex direttore del Parco Archeologico di Pompei. Che ha ricordato anche come le indagini a Civita Giuliana e la restituzione del reperto abbiano sancito “l’attuazione di una metodologia di scavo di tutto il contesto, ormai ordinaria a Pompei, che ha visto coinvolto un team interdisciplinare di archeologi, architetti, ingegneri, restauratori, vulcanologi, antropologi e archeobotanici. L’attuale restituzione del carro al pubblico racchiude una storia ben più ampia di cura del patrimonio culturale italiano”.
IL GRANDE CARRO DA PARATA DI CIVITA GIULIANA RESTITUITO ALL’ANTICO SPLENDORE
È bene ricordare che il “Carro della Sposa” è un reperto unico non solo per l’altissimo livello di conservazione, ma anche perché non si trattava giusto di un “banale” mezzo per trasportare i prodotti agricoli o per le attività della vita quotidiana, già attestati a Pompei e Stabia: si trattava infatti di un pilentum, un veicolo lussuoso usato nel mondo romano dalle élite per cerimonie e in particolare per accompagnare la sposa nella nuova casa (da cui il nome). Per questo – accanto agli elementi in ferro, i resti lignei mineralizzati e le impronte degli elementi organici (dalle corde a resti di decorazioni vegetali) recuperate grazie alla tecnica del calco – il carro mostra delle bellissime decorazioni in bronzo e argento con raffigurazioni erotiche (anche crude). Il carro sarà ora esposto al pubblico in tutto il suo splendore nell’ambito della mostra L’istante e l’eternità. Tra noi e gli Antichi dal 4 maggio al 30 luglio al Museo Nazionale Romano, frutto di una collaborazione tra il Ministero della Cultura italiano e dal Ministero della Cultura e dello sport della Grecia.
“Questa è un’autentica perla che dimostra ancor più, ove ve ne fosse bisogno, l’unicità del nostro patrimonio”, ha commentato il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano. “Il restauro e l’esposizione non rappresentano solo la restituzione di un reperto eccezionale ai cittadini e agli studiosi, ma anche il coronamento di uno sforzo che, in questo caso, ha visto operare insieme Parco archeologico di Pompei, Procura della Repubblica di Torre Annunziata e Carabinieri del TPC. Tutto ciò ci spinge a lavorare con sempre maggior impegno, consapevoli del valore del nostro patrimonio, eredità di un grande passato ma anche opportunità di crescita civile e socioeconomica per il futuro”.
IL CARRO COME SIMBOLO DELLO SFORZO PER LA LEGALITÀ A POMPEI
Il rinvenimento del carro e la sua ricostruzione sono infatti il risultato di una più ampia operazione atta ad arrestare l’attività illecita di scavo e il depredamento del patrimonio archeologico dell’area, nata nel 2017 dalla collaborazione tra la Procura della Repubblica di Torre Annunziata, i Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale e il Parco archeologico di Pompei. Proprio da questa sinergia, che ha dato vita nel 2019 a un Protocollo d’intesa per la legalità, è derivata la scoperta e la restituzione al pubblico di reperti di grandissimo valore: dalla stalla con i resti di alcuni esemplari equini (tra cui un cavallo bardato di cui è stato possibile realizzare il primo calco in assoluto), alla stanza degli schiavi e al carro cerimoniale nel quartiere servile della villa; fino ai calchi di due vittime dell’eruzione nel settore residenziale. “Il carro oltre al suo valore scientifico, costituisce il simbolo di un processo virtuoso di legalità, tutela e valorizzazione non solo dei singoli reperti, ma di tutto il territorio vesuviano”, ha sottolineato Gabriel Zuchtriegel, direttore del Parco Archeologico di Pompei. “Quell’attività ha dato avvio a operazioni di esproprio di strutture illecite, per consentire di proseguire l’indagine e ha visto più enti collaborare per un intento univoco. Oltre alla Procura e ai Carabinieri, anche il Comune di Pompei, ha dato la sua disponibilità nella gestione della viabilità urbana inevitabilmente compromessa dal prosieguo dello scavo. L’esposizione dei preziosi reperti è un punto di partenza verso l’obiettivo più ambizioso di rendere presto fruibile l’intera villa al pubblico”.
Giulia Giaume
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