A Napoli arrivano ben 13 milioni per restaurare il Maschio Angioino
Uno dei simboli della città riceverà la grossa somma dal Ministero della Cultura, anche grazie al PNRR. Il Ministro Sangiuliano – sempre più focalizzato sul Napoli – esorta a “spendere rapidamente le risorse” perché “sono in arrivo altri fondi”
Piove sul bagnato e continua la pioggia di denaro pubblico sui beni culturali di Napoli, avvantaggiata dalla provenienza partenopea del Ministro Gennaro Sangiuliano. Ora arrivano altri tredici milioni per il restauro conservativo del Maschio Angioino. Con questi fondi, stanziati dal Ministero della Cultura tramite la Direzione generale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio e la Direzione generale Musei, continua il sacrosanto tentativo di grande rilancio di Napoli.
Dopo la presentazione del nuovo Museo Caruso, l’ampio programma di installazioni pubbliche previsto con Napoli Contemporanea, le visite guidate nelle metro d’arte e la pianificazione di una possibile destinazione museale per il Real Albergo dei Poveri – ma anche se vogliamo includerlo il Museo di Jago e la nuova casa della galleria Dino Morra –, si aggiunge un nuovo tassello alla rinascita culturale della città partenopea, che alcuni dicono proprio essere favorita, almeno a livello ministeriale, dal legame del ministro.
CENNI DI STORIA SU CASTEL NUOVO, OVVERO IL MASCHIO ANGIOINO
Il Castel Nuovo, meglio noto come Maschio Angioino, è dopotutto uno dei simboli di Napoli. Castello medievale e rinascimentale, deve la costruzione del suo nucleo antico (parzialmente riemerso negli scorsi anni) a Carlo I d’Angiò, che diventato re del Regno di Sicilia a metà Duecento stabilì il trasferimento della capitale a Napoli. Il “Castel Nuovo” (realizzato su progetto dell’architetto Pierre de Chaule) fu così chiamato perché andò ad aggiungersi ai vecchi Castel Capuano e Castel dell’Ovo, e non era pensato per essere solo una fortificazione ma anche una reggia (anche se questo re non ci abitò mai). La costruzione del Castrum Novum prese il via nel 1279 per terminare solo tre anni dopo, un tempo brevissimo viste le tecniche di costruzione dell’epoca e la mole complessiva. Tra i molti avvenimenti accaduti tra queste mura, vi sono la celebre abdicazione al seggio papale da parte del “Papa eremita” Celestino V e la successiva elezione di Bonifacio VIII, e una grande stagione di mecenatismo che portò qui nomi come Francesco Petrarca, Giovanni Boccaccio e Giotto, che nel Trecento affrescò la cappella Palatina. Ristrutturata prima dagli Aragonesi e poi dai Borbone, la struttura esterna vide la ricostruzione di cinque torri rotonde e l’aggiunta dell’arco trionfale e poi il recupero di due delle facciate. Nonostante il progressivo declino, il castello diventò poi un simbolo cittadino.
Oggi, dalla sua posizione a dominare l’appena riqualificata Piazza Municipio, è sede della Società napoletana di storia patria, del comitato di Napoli dell’Istituto per la storia del Risorgimento italiano e della Fondazione Valenzi. Nel complesso trova posto però soprattutto il Museo civico, a cui afferiscono la cappella Palatina e i percorsi museali del primo e secondo piano. E spesso gli spazi ospitano mostre temporanee con qualità altalenante.
NUOVE RISORSE AL MASCHIO ANGIOINO
Ecco come saranno ripartiti i fondi destinati al castello: 2,5 milioni di euro, provenienti dai fondi del PNRR, saranno usati per “la rimozione delle barriere fisiche e cognitive”; 6 milioni saranno indirizzati al restauro e consolidamento dell’Arco trionfale, che celebra la conquista del Regno di Napoli da parte di Alfonso d’Aragona; 4,5 milioni, dai fondi comunitari del piano di azione e coesione, serviranno devoluti invece alla messa in sicurezza generale, al completamento delle barriere architettoniche e al potenziamento degli allestimenti. La donazione è stata accompagnata da una esortazione da parte del ministro: una volta ottenute, le risorse vanno spese senza esitare, soprattutto in vista di nuovi fondi in arrivo. “È importante che le risorse già stanziate vengano spese immediatamente dagli enti attuatori. Ho dato impulso agli uffici affinché procedano con speditezza. A questi fondi ne andranno aggiunti altri sulla base di un progetto risolutivo delle problematiche di tutela, conservazione e valorizzazione del Maschio Angioino”, ha dichiarato Sangiuliano. L’auspicio è che poi, a valle di questo ingente investimento, si opti per una direzione artistica coerente che renda stabile e elevata l’offerta qualitativa circa le mostre temporanee evitando lo sgradevole effetto da “location in affitto” che talvolta si è riscontrata negli eventi espositivi qui ospitati.
Giulia Giaume
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