Le scoperte archeologiche di giugno e luglio 2023 in Italia e all’estero

Come sempre l'Italia riserva importanti sorprese, ne sono un esempio i recenti ritrovamenti tra Roma, Nemi e Segesta. Ma grandi soddisfazioni arrivano anche dalla Cina e dal Messico...

Italia, Cina e Sud America sono protagonisti delle scoperte archeologiche di giugno e luglio, con reperti che hanno attirato l’attenzione degli addetti ai lavori tanto a livello locale quanto internazionale. Ecco cosa è successo in queste settimane…

Valentina Muzi

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La misteriosa testa ritrovata sul fondale del Lago di Nemi

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L’altare ellenistico di Segesta, emerso dalla vegetazione

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La testa di marmo rinvenuta a Roma

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Emerso il Tempio di Quechula, in Messico, a causa della siccità

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La città perduta dell’età del bronzo in Cina

È dello scorso 25 giugno il ritrovamento della testa di marmo da parte della Protezione Civile comunale di Nemi (Castelli Romani), incaricata della pulizia dei fondali dell’omonimo lago. Dalle prime ipotesi degli esperti, il reperto potrebbe essere collegato alle leggendarie navi dell’Imperatore romano Caligola, contraddistinte da strutture imponenti e ricche di dettagli. “Il sindaco di Nemi, insieme all’intera amministrazione comunale” si legge sul Corriere della Sera, “si augura che questo ritrovamento possa gettare nuova luce sulla storia di Caligola e sulla sua eredità, consentendo di svelare ancora i segreti nascosti nelle profondità del lago”.

Lago di Nemi statua ipotesi nave Caligola - via romatoday
Lago di Nemi statua ipotesi nave Caligola – via romatoday

Ci troviamo a Calatafimi Segesta (Trapani), e più precisamente dell’area dell’acropoli sud dove (nascosta per secoli da terra e vegetazione) torna alla luce un altare di epoca ellenistica, assieme a due lapidei scolpiti. Questo eccezionale ritrovamento conferma “l’inestimabile valore storico e artistico che i siti archeologici rappresentano per il nostro territorio” ha dichiarato il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, ripreso da archeomedia.net, “testimonianza di un passato glorioso, ancora da scoprire e interpretare. Migliorare la fruizione di questi luoghi significa permettere a turisti e visitatori di vivere esperienze culturali immersive e di godere di un patrimonio unico”. “Entrambi i reperti sono a forma di tronco piramidale, in perfetto stato di conservazione” sottolinea l’assessore regionale ai Beni culturali e all’identità siciliana, Francesco Paolo Scarpinato, “e dovrebbero costituire un altare per il culto familiare e un supporto per una scultura o un elemento di finitura”.

Altare di Segesta - via archeomedia
Altare di Segesta – via archeomedia

“Roma continua a restituire preziose testimonianze del suo passato” questo il commento del primo cittadino di Roma, Roberto Gualtieri, a seguito del ritrovamento di una testa in marmo, integra, rinvenuta durante i lavori per il progetto diRiqualificazione del Mausoleo di Augusto e Piazza Augusto Imperatore. L’elegante fattura della testa, scolpita in marmo greco, fa presupporre l’appartenenza ad una statua femminile di dimensioni naturali, probabilmente della dea Afrodite, data la raffinata acconciatura che le raccoglie i capelli grazie ad una tenia, ovvero un nastro annodato sulla sommità del capo.

Ritrovamento Piazza Augusto Imperatore - via comune.roma.it
Ritrovamento Piazza Augusto Imperatore – via comune.roma.it

Le alte temperature e l’assenza di pioggia sono le cause principali dell’abbassamento repentino del livello di fiumi e di laghi. Questo fa emergere tesori che per secoli sono rimasti sommersi. È il caso del fiume Gijalva e del Tempio di Quechula – conosciuto anche come il Tempio di Santiago – che si trova nella regione del Chiapas, in Messico. La scoperta tratta di una chiesa del XVI secolo costruita dai frati domenicani 400 anni fa nei pressi cittadina di San Juan Quechula, scomparsa a causa dell’inondazione del 1966. In passato, dalle acque emergeva solo la parte superiore dell’architettura, oggi invece il pubblico può attraversare il tempio, facendo un vero e proprio tuffo nel passato.

Tempio di Quechula - via goodmorningmagazine.files.wordpress.com
Tempio di Quechula – via goodmorningmagazine.files.wordpress.com

Sul canale televisivo statale cinese CGTN gli archeologi hanno annunciato la scoperta dell’intera città dell’età del bronzo. Una scoperta significativa per il patrimonio culturale cinese, tanto da essere descritta come “‘uno dei più grandi’ siti della prima dinastia Shang mai scoperti e risalenti al 1600 a.C. fino al 1046 a. C”. Sono centinaia i manufatti rinvenuti nel vasto sito archeologico di Zhaigou, nella provincia cinese di Henan, il più antico insediamento neolitico della regione. Vasi, ceramiche dipinte, tombe e ornamenti sono solo il primo passo verso la scoperta dell’antica e prosperosa città forgiata nell’età del bronzo.

Città perduta dell'età del bronzo, Cina - via archeomedia.net
Città perduta dell’età del bronzo, Cina – via archeomedia.net
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La misteriosa testa ritrovata sul fondale del Lago di Nemi

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L’altare ellenistico di Segesta, emerso dalla vegetazione

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La testa di marmo rinvenuta a Roma

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Emerso il Tempio di Quechula, in Messico, a causa della siccità

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La città perduta dell’età del bronzo in Cina

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Valentina Muzi

Valentina Muzi

Valentina Muzi (Roma, 1991) è diplomata in lingue presso il liceo G.V. Catullo, matura esperienze all’estero e si specializza in lingua francese e spagnola con corsi di approfondimento DELF e DELE. La passione per l’arte l’ha portata a iscriversi alla…

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