Ai Campi Flegrei torna al suo posto la testa di Hermes dimenticata in deposito quasi mezzo secolo

La testa della statua era stata rubata dalla rispettiva statua a Baia nel 1978 e ritrovata all'estero l'anno dopo, per poi sparire nel nulla

La burocrazia italiana talvolta riesce dove persino la malavita fallisce. La testa della statua di Hermes di Baia (Bacoli), posta all’interno del Parco archeologico dei Campi Flegrei, era stata infatti sottratta dal rispettivo corpo nel 1978 e ritrovata all’estero l’anno dopo, nel 1979, per poi sparire nel nulla. A lungo cercata, è finalmente emersa alcuni mesi fa, dopo una “intensa e fortunata ricerca” a più mani, dicono dal Parco: dov’era? Sommersa nei depositi del Mann – Museo Archeologico Nazionale di Napoli, ancora incartata in una pagina di giornale degli anni Settanta.

La testa di Hermes dopo il ritrovamento nei depositi del Museo Archeologico di Napoli con ancora il giornale tedesco del 1979 in cui era stata avvolta alla restituzione © Parco Archeologico Campi Flegrei
La testa di Hermes dopo il ritrovamento nei depositi del Museo Archeologico di Napoli con ancora il giornale tedesco del 1979 in cui era stata avvolta alla restituzione © Parco Archeologico Campi Flegrei

Il furto della testa di Hermes

Era la notte tra l’8 e il 9 giugno del 1978 quando la testa della statua di Hermes, ritrovata qualche decennio prima nella Villa della Sosandra a Baia, sparì”, ricostruiscono dalla pagina Facebook del Parco Archeologico. “Fu brutalmente staccata dal corpo, lì dove il Maiuri l’aveva posizionata, vicino all’altra celebre statua ritrovata nell’area, l’Afrodite Sosandra“. I Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale si sono messi alla ricerca, e l’8 maggio dell’anno successivo è arrivata alla Soprintendenza di Napoli una lettera dalla Germania: la testa, ben riconoscibile per una “macchia rossastra” sulla bocca, era stata ritrovata, e provvisoriamente depositata nella Glyptothek di Monaco di Baviera. “Pochi mesi e gli stessi Carabinieri, l’11 luglio del 1979, restituiranno all’allora Soprintendente Fausto Zevi la testa di Hermes, in apparente buono stato. Da lì in poi inizia però una nuova, più lunga, avventura per questo sfortunato reperto, anche a causa del percorso giudiziario per il furto, che non rende possibile l’immediata ricollocazione“.

Lo smarrimento della testa di Hermes nei depositi del Mann

A questo punto, proprio mentre il peggio sembrava passato, incalza la tragedia burocratica: “Il tempo e l’enormità del materiale depositato nei depositi del Museo Archeologico di Napoli fanno sì che del reperto si dimentichi la collocazione, ma, alcuni mesi fa, un’intensa, ma anche fortunata, indagine degli archeologi del Parco archeologico dei Campi Flegrei porta a ritrovare la scatola originaria, con ancora il giornale del 1979 che avvolgeva il prezioso marmo“, continuano dal Parco archeologico. “Ci è voluto poco, da quel momento, ad unire le forze di tutte le istituzioni coinvolte, e grazie anche all’aiuto Scuola di Alta Formazione per il Restauro – ICR, la testa di Hermes è oggi tornata a Baia, come 45 anni fa, ma anche come oltre 2000 anni fa, nel luogo dove gli antichi romani l’avevano voluta“.

La storia, che pare degna dei Predatori dell’Arca Perduta, si è trascinata così per quasi mezzo secolo, complice l’enorme dimensione dei depositi del Mann (parliamo di 270mila reperti circa) e il suo storico sotto-finanziamento, cosa che ora si spera vada risolvendosi con l‘implementazione della “prima fascia” decisa per il museo dal ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano.

Giulia Giaume

www.pafleg.it

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Giulia Giaume

Giulia Giaume

Amante della cultura in ogni sua forma, è divoratrice di libri, spettacoli, mostre e balletti. Laureata in Lettere Moderne, con una tesi sul Furioso, e in Scienze Storiche, indirizzo di Storia Contemporanea, ha frequentato l'VIII edizione del master di giornalismo…

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