Le grotte dell’Appennino emiliano entrano a fare parte del Patrimonio dell’Umanità Unesco
“Carsismo nelle evaporiti e grotte dell’Appennino Settentrionale” è il nome dato al sito e soprattutto al particolarissimo fenomeno che contraddistingue il patrimonio che si estende per le province di Reggio Emilia, Bologna, Ravenna e Rimini. Si tratta del 59esimo bene italiano che entra a fare parte del Patrimonio Unesco
Il patrimonio culturale italiano in questi giorni è spesso al centro della 45esima sessione del World Heritage Committee, attualmente in corso a Riad, in Arabia Saudita. Dopo l’attesa e sperata esclusione di Venezia dalla “black list” dell’Unesco, ovvero la lista dei siti Patrimonio dell’Umanità a Rischio, giunge la notizia di un nuovo bene italiano, il 59esimo, che entra a fare parte dell’ambito parterre. Si tratta di gessi, grotte e fenomeni carsici dell’Appennino emiliano-romagnolo, un patrimonio che si estende per le province di Reggio Emilia, Bologna, Ravenna e Rimini.
Le grotte dell’Appennino emiliano-romagnolo Patrimonio Unesco
Carsismo nelle evaporiti e grotte dell’Appennino Settentrionale è il nome dato al sito e soprattutto al particolarissimo fenomeno che lo contraddistingue: “è un bene seriale, composto da 7 siti nell’Appennino Settentrionale che includono al loro interno oltre il 90% delle rocce evaporitiche affioranti sul territorio”, si legge sul sito dell’Unesco. “Si tratta del primo fenomeno di carsismo evaporitico studiato nel mondo e include alcune delle cave di gesso più profonde (fino ai 265 metri di profondità). I 7 siti sono Alta Valle Secchia, Bassa Collina Reggiana, Gessi di Zola Predosa, Gessi Bolognesi, Vena del Gesso Romagnola, Evaporiti di San Leo, Gessi di Onferno. Il sito ospita un insieme di morfologie carsiche, grotte (oltre 900) e sorgenti evaporitiche di straordinario valore non solo geologico e geomorfologico ma anche paleontologico, biologico, archeologico e per la storia dell’arte. L’eccezionalità è legata alla combinazione unica di fattori geologici e climatici che coesistono in questo territorio”.
Il 59esimo sito italiano iscritto nella lista del Patrimonio Mondiale Unesco
“Sono orgoglioso. Con il ‘Carsismo nelle Evaporiti e Grotte dell’Appennino Settentrionale’, un meraviglioso sito naturale la cui candidatura è stata promossa dalla Regione Emilia Romagna con il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, da oggi l’Italia ha ben 59 siti iscritti nella Lista del Patrimonio Mondiale Unesco confermandosi il Paese più bello del mondo”, ha dichiarato il Sottosegretario alla Cultura con delega all’Unesco Gianmarco Mazzi. “Vive congratulazioni per il lavoro svolto e il risultato raggiunto al termine di un percorso complesso che arricchisce il valore intrinseco che la cultura esprime in connubio con la natura per una visione integrata della tutela e conservazione del Patrimonio della nostra Nazione”.
L’ampliamento della Buffer Zone del sito Pompei-Ercolano-Torre Annunziata
Il 22 settembre il Comitato del Patrimonio Mondiale ha approvato la proposta di ampliamento della cosiddetta Buffer Zone (zona cuscinetto) del sito Unesco 829 “Aree Archeologiche di Pompei, Ercolano e Torre Annunziata”, al termine di un iter durato circa 10 anni. Dieci sono i Comuni coinvolti nella nuova area, che raggiunge un’estensione complessiva di 17,26 kmq comprendente Portici, Ercolano, Torre del Greco, Torre Annunziata, Boscoreale, Boscotrecase, Terzigno Trecase, Pompei e Castellammare di Stabia a fronte degli originari 0,24 kmq che interessavano i soli Comuni di Pompei, Torre Annunziata ed Ercolano nel 1997. La revisione della Buffer Zone consentirà di proseguire in modo ancor più incisivo nell’azione avviata tra istituzioni e Comuni, finalizzata a promuovere lo sviluppo sostenibile del territorio, nel pieno rispetto dell’Eccezionale Valore Universale del sito.
Desirée Maida
Articolo aggiornato il 22 settembre
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