Tutte le scoperte archeologiche di settembre 2023: Palermo, Lecce, Pompei, Roma e Verona
Teste mummificate, domus romane, templi messapici e iscrizioni elettorali sono protagonisti delle scoperte archeologiche che hanno animato il Nord e il Sud Italia nelle ultime settimane
Dopo la villa romana rinvenuta a Roma (e più precisamente a Via dei Gladiatori) durante i lavori di restauro e costruzione di un nuovo collettore fognario; dal resto d’Italia il passato torna alla luce con frammenti, iscrizioni, pavimentazioni, statue e mummie. Scopriamole nel dettaglio.
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Una domus romana a Piazza Bra, a Verona
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L’enigma della statua rinvenuta ai Castelli, in provincia di Roma
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Una mummia egizia a Palermo
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Un tempio messapico dedicato al culto delle acque a Lecce
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Le iscrizioni elettorali rinvenute in una casa di Pompei
Come spesso accade, durante i lavori di ordinaria amministrazione cittadina è possibile inciampare in reperti archeologici. Questo è quello che è successo a Verona quando, durante il potenziamento elettrico di Piazza Bra, sono emersi alcuni ritrovamenti riconducibili ad una domus romana. Reperti che aiutano a completare il puzzle delle stratificazioni storiche che animano l’area (tra i bagni pubblici e il parcheggio dei taxi), da cui erano emersi elementi ricollegabili alla domus già nel 1911. Questa volta, il pavimento cementizio con intarsi di pietre e marmi policromi sarebbe riconducibile all’età imperiale, ma si tratta di una tecnica usata per molto tempo e quindi non offre una datazione precisa.
Dopo la scoperta, il cantiere procede sotto la supervisione della Soprintendenza Archeologica del Comune, lasciando in un primo memento lo scavo per poi richiuderlo dopo i rilievi e la documentazione completa di tutti i reperti.
Ninfa, musa o baccante? Ancora non è chiaro ed è proprio quest’alone di mistero che avvolge la statua rinvenutanell’area archeologica di Tusculum, l’antica città latina che leggenda vuole fondata dal figlio di Ulisse e della Maga Circe.
La statua rinvenuta raffigura una donna elegante a grandezza naturale, realizzata a tutto tondo. Parte degli arti superiori e la testa sono andati persi, ma ciò che è stato ritrovato è contraddistinto da una finezza e dalla resa della veste sbalorditiva.
La campagna di scavo da cui è emerso il reperto è stata condotta nell’ambito del progetto Tuscolo Eterna Bellezz@, nato a seguito delle ricerche archeologiche avviate dalla Scuola spagnola di Storia e Archeologia di Roma nell’area delle terme adriane.
A quanto pare appartiene ad una donna vissuta nel periodo greco – romano, la testa di mummia egizia ritrovata nei depositi del Museo Salinas di Palermo, ad accertarlo è l’antropologo siciliano Dario Piombino – Mascali, ricercatore capo della Facoltà di Medicina dell’Università di Vilnius, Lituania. Una scoperta importante che diventerà protagonista di un nuovo percorso espositivo del museo, inoltre la condizione del reperto ha consentito al professore di ricostruire le fasi di mummificazioni “compatibile con i trattamenti imbalsamatori tipici della cultura egizia”.
Ci troviamo nella località di Palombara, a Muro Leccese (nell’omonima provincia pugliese) conosciuta per essere una delle più grandi città messapiche. I Messapi erano una tribù proveniente dai territori d’oltremare, corrispondente alla penisola balcanica, che nell’antichità aveva occupato il territorio riconducibile all’attuale Salento, a differenza delle comunità Peucezi e Dauni che si stanziarono rispettivamente nel centro e nel nord della Puglia.
Gli scavi, si legge su Stilearte.com, sono stati avviati sotto la direzione scientifica del prof. Francesco Meo, scoprendo monete in argento di età classica (metà V e metà IV secolo a.C.) assieme a lastre con decorazioni in bassorilievo e brocche, probabilmente un corredo di doni raccolti all’interno del tempio dedicato al culto dell’acqua.
Dagli ultimi scavi condotti nell’area centrale dell’antica Pompei emergono una serie di iscrizioni elettorali, l’equivalente antico degli attuali manifesti e post. Le iscrizioni sono state scoperte nell’ambiente che ospitava il Larario, ovvero l’altare domestico della casa. Un luogo insolito perché queste scritte si trovavano sulle facciate esterne di case ed edifici, cosìcché i passanti potessero conoscere i nomi dei candidati alla magistratura della città, che in questo caso invitavano a votare un certo Aulus Rustius Verus, candidato per la carica edile, “un personaggio dell’ultima fase di vita di Pompei conosciuto già grazie a altre iscrizioni e che, insieme a Giulio Polibio, proprietario di una splendida casa su via dell’Abbondanza, negli anni Settanta del I sec. d.C. raggiunse la carica più alta della città, quella di duumvir”.
Allora come si spiega questa insolita ubicazione domestica? È possibile che fosse prassi della comunicazione del tempo per promuovere la campagna elettorale durante eventi e cene nelle case dei candidati e dei loro amici.
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Una domus romana a Piazza Bra, a Verona
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L’enigma della statua rinvenuta ai Castelli, in provincia di Roma
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Una mummia egizia a Palermo
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Un tempio messapico dedicato al culto delle acque a Lecce
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Le iscrizioni elettorali rinvenute in una casa di Pompei
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Valentina Muzi
Valentina Muzi (Roma, 1991) è diplomata in lingue presso il liceo G.V. Catullo, matura esperienze all’estero e si specializza in lingua francese e spagnola con corsi di approfondimento DELF e DELE. La passione per l’arte l’ha portata a iscriversi alla…