Come sarà il nuovo Museo Archeologico di Cesena accanto alla Biblioteca Malatestiana

Chiuso dal 2018 per riallestimento, il museo che racconta la storia di Cesena dal Neolitico al Rinascimento riaprirà nel 2026, accanto alla biblioteca umanistica meglio conservata al mondo. Ci vorranno due anni di lavori per il restyling di spazi e allestimenti

Per la sorte della Biblioteca Malatestiana si era temuto la primavera scorsa, quando l’alluvione che colpì l’Emilia Romagna alla metà di maggio provocò insidiose infiltrazioni d’acqua (poi arginate) dal tetto dell’edificio settecentesco, unico esempio al mondo di biblioteca umanistica perfettamente conservata nell’edificio, negli arredi e nella dotazione libraria. Oggi riconosciuta patrimonio Unesco (dal 2005), fu fondata all’interno del convento francescano di Cesena per volontà di Malatesta Novello, iniziata nel 1447 e ultimata nelle parti strutturali da Matteo Nuti nel 1452. 

La storia del Museo Archeologico di Cesena


Ma dal 1969, lo stesso complesso ospita anche il Museo Archeologico di Cesena, proprio nel Braccio Malatestiano dell’ex convento (in prossimità della celebre Aula del Nuti), istituito all’epoca al piano terra dell’edificio, con l’obiettivo di conservare le antichità scoperte sul territorio limitrofo, tra cui le ceramiche e i due piatti in argento del IV secolo rinvenuti nel 1948 sul colle Garampo, ma anche teste, statue, decorazioni architettoniche ed elementi della cultura materiale che raccontano la storia antica del Cesenate fino al periodo dello splendore malatestiano (si conservano anche due missoria in argento, grandi piatti da mensa del periodo tardo-antico, oltre a una ricca collezione numismatica). Scoperte che sono continuate nel tempo, fino al ritrovamento, nel 2017, del prezioso mosaico di “via Strinati”, raffigurante una pantera, divenuto subito uno dei reperti più importanti della collezione.

Con la volontà di investire sul futuro di un museo piccolo quanto strategico – a fronte di depositi colmi di oggetti da valorizzare – nel 2022 l’amministrazione cittadina poneva le basi per la riprogettazione del “nuovo” Museo Archeologico cittadino, destinato sempre a convivere con la catalizzante Biblioteca, ma pronto ad acquisire una fisionomia più moderna e inclusiva: attrattiva per i turisti in visita alla città (e per gli stessi cesenati, che poco conoscono il museo). 

Il “nuovo” Museo Archeologico di Cesena

Si parlò, allora, di realizzare un museo “smart”, dotato di un allestimento multimediale, con pannelli digitali ed esperienze sensoriali dedicate a persone affette da disabilità, e pensato per favorire la rotazione dei reperti. Ma più accogliente anche nella fruizione degli spazi, sin dall’ingresso, che infatti sarà spostato in piazza Bufalini, per introdurre al Corridoio Comandini, dove i visitatori saranno accolti da biglietteria e bookshop. Fino al 2018, ultimo anno di attività del museo prima della chiusura per ripensarne l’organizzazione, si accedeva alla sale dal chiostro di San Francesco. Ora il progetto presentato dall’architetto ravennate Paolo Bolzani, che finalmente concretizza la fase di avvio dei lavori, dà forma al trasloco di fronte e ad altri significativi interventi di restyling. Il rinnovamento sarà finanziato con 2.890.000 €, totalmente a carico dell’amministrazione comunale, e si completerà nel 2026, dopo due anni di lavori (il cantiere partirà ufficialmente alla metà del 2024). La nuova struttura, priva di barriere architettoniche e collegata tramite ascensore alla Biblioteca, sarà caratterizzata da pavimenti rialzati di tipo galleggiante, soluzione funzionale a ospitare impiantistica e tecnologia all’avanguardia, ma anche a ottimizzare gli spazi espositivi: nel pavimento saranno infatti collocati anche i mosaici di via Tiberti (lacerti pavimentali di V-VI Secolo d.C., con motivi geometrici, oggetto di un recente restauro), nella posizione originale dove furono rinvenuti. Il percorso di visita si articolerà in 11 sezioni, dal Neolitico alla romanizzazione di Cesena, per arrivare al Tardo Antico, Basso Medioevo, Alto Medioevo e Rinascimento. 

Un ritrovato polo culturale per Cesena

Nell’atrio si racconterà invece com’è nato il museo negli Anni ’60, per contestualizzare la sua presenza all’interno del complesso, subito dopo aver attraversato il piccolo giardino accessibile dal Cortile di San Francesco, da cui si apprezza anche l’esterno dell’Aula del Nuti. Ed è infatti l’opportunità di dotare la città di un centro culturale di ritrovata ambizione, hub raccolto intorno alla Biblioteca Malatestiana, però articolato in più destinazione d’uso, a giustificare l’interessamento dell’amministrazione per la risoluzione dell’intervento, che – dopo tanta attesa – completerà il ciclo di ristrutturazioni già avviate nell’ex convento. Un rilancio dell’offerta culturale cittadina che passerà anche dalla nuova sede della Pinacoteca, nel settecentesco Palazzo OIR: il progetto – approvato dalla Giunta nel 2020 e destinato a ricollocare il patrimonio artistico comunale, accanto ai dipinti antichi della Fondazione e delle Collezioni d’arte Crédit Agricole Italia – sarà appaltato nei prossimi mesi attraverso un bando di gara. 

Livia Montagnoli

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