I capolavori della Galleria Nazionale dell’Umbria saranno in mostra a Venezia durante la Biennale
In concomitanza con 60esima Biennale d’Arte di Venezia, il secondo piano della Galleria Giorgio Franchetti alla Ca' d'Oro ospita “The Golden way”, mostra che mette in dialogo i capolavori del Museo umbro con opere contemporanee. All’insegna dell’oro
Le opere di Duccio di Boninsegna, Gentile da Fabriano, del Maestro della Madonna di Perugia e Giovanni Baronzio, tutte provenienti dalla Galleria Nazionale dell’Umbria, si affiancano a quelle di Alberto Burri, Gino De Dominicis, Lucio Fontana, Marisa Merz, Michelangelo Pistoletto e Carol Rama dando forma alla mostra The Golden Way. La via dell’oro, ospitata al secondo piano della Galleria Franchetti alla Ca’ d’Oro a Venezia a partire dal 16 aprile 2024. Il progetto espositivo, a cura di Alessandra Mammì, Veruska Picchiarelli e Carla Scagliosi, intende approfondire la presenza dell’oro nella storia dell’arte mettendo a confronto i capolavori del periodo moderno e della contemporaneità dapprima a Venezia, e poi presso il Museo umbro dal 5 ottobre al 19 gennaio 2025, ampliando l’indagine con opere di artisti internazionali.
La mostra “The Golden Way” da Galleria Franchetti alla Ca’ d’Oro di Venezia
La presenza dell’oro in un’opera d’arte assume connotazioni complesse che, inevitabilmente, rimandano alla sfera sacra. Una scelta che, dopo il suo esordio in epoca Medievale, mantiene la sua intensità anche nelle opere di artisti contemporanei. Ad approfondirne il significato e le diverse sfumature è la mostra The Golden Way. La via dell’oro – nata dalla sinergia tra i Musei Nazionali di Perugia – Direzione regionale Musei Umbria e la Direzione regionale Musei Veneto – suddividendo il percorso espositivo in sei dialoghi tra opere d’arte moderna e contemporanea con focus su tecniche, estetiche e concetti, e restituendo al pubblico nuovi confronti e inediti interpretazioni. Così il fondo oro della Madonna col Bambino di Duccio di Boninsegna (parte centrale di un polittico realizzato per l’altare maggiore della chiesa di San Domenico a Perugia) si avvicina alla dimensione cosmica del Concetto Spaziale di Lucio Fontana;così come la Madonna col Bambino di Gentile da Fabriano al Sacerdone, opera giovanile realizzata da Michelangelo Pistolettonel 1957. Mentre, all’interno del Reliquiario dorato di Santa Giuliana, realizzato da Cataluccio da Todi nel XIV secolo, sarà ospitata una scultura di Marisa Merz, evocando la presenza dell’effige della Santa realizzata in rame dipinto oggi conservata al Metropolitan di New York.
La mostra “The Golden Way” a Venezia. Parola alla curatrice Alessandra Mammì
“E’ una sorpresa vedere uno accanto all’altro capolavori così lontani nel tempo e così uniti nel manifestare una spiritualità che attraversa i secoli“, spiega ad Artribune la curatrice della mostra Alessandra Mammì.
“Proporre l’oro come punto di contatto ci è sembrato necessario proprio per annullare il tempo, perché non è il materiale prezioso a legare questi capolavori ma il simbolo che l’oro rappresenta e la consapevolezza che l’arte non è rappresentazione ma manifestazione di una funzione simbolica e necessaria che la distingue da ogni altro prodotto della cultura visiva. Il fondo oro per l’arte sacra medievale coincide con l’immagine di assoluto e rappresenta la soglia fra il visibile della figurazione e l’invisibile della essenza divina. Ma ecco che secoli dopo la sua forza simbolica viene recuperata dagli artisti del Novecento per esaltare e rendere più potente la forza concettuale della loro ricerca. Solo con questi presupposti è possibile accostare un ‘Sacco’ di Burri al Cristo dolente del Baronzio, vedere riuniti Gentile da Fabriano e un giovane Pistoletto nell’autorevolezza di un’icona e riconoscere nell’angelo quattrocentesco di Caporali la stessa idea di eterna bellezza dei volti ispirati ai Sumeri di De Dominicis” .
La mostra “The Golden Way” raccontata da Costantino D’Orazio
“Dopo aver celebrato con una mostra epocale il genio di Perugino, la Galleria Nazionale dell’Umbria si dedica alla valorizzazione della sua eccezionale collezione di opere su fondo oro, che vanta capolavori prodotti da artisti straordinari, da Duccio di Boninsegna a Piero della Francesca”, spiega Costantino D’Orazio, direttore dei Musei Nazionali di Perugia e della Direzione Regionale Musei dell’Umbria. “La platea internazionale offerta da Venezia durante la Biennale d’Arte costituisce un’opportunità irripetibile per accendere un faro sui tesori custoditi in Umbria, regione che affonda le sue radici nel passato ma che è sempre stata all’avanguardia anche nella ricerca contemporanea”.
Valentina Muzi
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati