Al Castello di Miramare di Trieste la mostra sulla scienza, il viaggio e la scoperta
Una mostra peculiare, composta da 150 curiosi oggetti che raccontano l’evoluzione del sapere scientifico a partire dall’ottocentesco viaggio intorno al mondo della fregata Novara
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Il tema del viaggio come metafora dell’eterno desiderio umano di superare i propri limiti di conoscenza è al centro della mostra presentata alle Scuderie del Castello di Miramare, a Trieste, che per l’occasione riaprono dopo una lunga pausa post-pandemica. Curata da Andreina Contessa insieme ad Alice Cavinato, Fabio Tonzar e Daniela Crasso dell’Ufficio mostre del museo, l’esposizione KOSMOS. Il veliero della conoscenza racconta l’evoluzione del sapere scientifico e l’impatto che questo ha avuto sulla società attraverso i secoli. Il tutto, anche grazie a un allestimento che si avvale di tecnologie innovative: attraverso installazioni digitali, modelli in scala e diorami, il pubblico può infatti salpare idealmente a bordo della celebre fregata Novara che nel 1857 circumnavigò il mondo percorrendo più di 51mila miglia marine e toccò cinque continenti, contribuendo alla conoscenza geografica, antropologica e scientifica del tempo.
La mappatura del mondo e una prima idea di ecologia
La descrizione cartografica di luoghi inesplorati, la conoscenza e lo studio delle popolazioni indigene, la raccolta e la catalogazione di reperti di minerali e di specie vegetali e animali, oltre agli interessi di carattere economico, strategico e diplomatico, hanno mosso la spedizione ottocentesca. La mostra è un omaggio a questo periodo – in cui, mai come prima, fu esplorata una così ampia superficie della Terra in così poco tempo – e ai suoi protagonisti, a cominciare dal grande geografo e naturalista tedesco Alexander von Humboldt (1769 – 1859) e alla sua opera letteraria Kosmos (da cui il nome del percorso), un’esaustiva descrizione fisica del mondo che raccoglieva tutte le conoscenze del tempo e che venne pubblicata pochi anni prima della spedizione della Novara.
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Il grande viaggio della Novara nella mostra KOSMOS
Partita da Trieste il 30 aprile 1857, la fregata Novara, scortata dalla corvetta Carolina, fece tappa a Gibilterra e poi a Funchal, sull’isola di Madeira. Il 20 giugno, la fregata si separò dalla corvetta, giungendo a Rio de Janeiro, e poi al Capo di Buona Speranza, l’unica sosta programmata sulla costa africana. Toccando le isole di St. Paul, Amsterdam e Ceylon, durante la primavera del 1858 fece sosta in India, alle Isole Nicobare, a Singapore e a Giava, giungendo a Manila, nelle Filippine, il 15 giugno. Durante l’estate, la fregata raggiunse Hong Kong e Shanghai, partendo poi alla volta dell’Australia (Sydney) e della Nuova Zelanda (Auckland), dove il geologo Ferdinand von Hochstetter rimase nove mesi per studiarne le isole dal punto di vista geografico e geologico. Nel gennaio 1859, la fregata toccò Tahiti e dal 17 aprile raggiunse le coste del Cile (Valparaiso). L’8 maggio gli ufficiali della nave ricevettero via posta la notizia degli scontri contro la Francia e il Regno di Sardegna – la Seconda guerra d’indipendenza italiana era di fatto già cominciata il 27 aprile – e cancellarono le successive tappe sudamericane. Karl von Scherzer lasciò la Novara per ottenere notizie commerciali, etnografiche e statistiche utili alla spedizione e informarsi sulla sorte delle famiglie di emigranti tirolesi in Perù, passando per Lima e raggiungendo Panama via terra, da dove si imbarcò su un piroscafo per raggiungere Gibilterra e reimbarcarsi sulla fregata austriaca. L’11 giugno 1859 la Novara incrociava la rotta tenuta nel 1857, compiendo la circumnavigazione del globo e facendo rotta nuovamente per Trieste. Il viaggio si concluse il 26 agosto 1859.
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Una collezione di meraviglie
Tra strumenti storici di navigazione e rilevamento dati, reperti naturalistici ed etnografici ma anche libri antichi, dipinti, disegni e fotografie, il percorso espositivo presenta oltre 150 oggetti di pregio, molti dei quali raccolti durante la spedizione e che vennero presentati a Trieste al rientro della spedizione nel 1860. “È stato possibile raccogliere una così ampia varietà di reperti grazie ad alcuni importanti prestiti nazionali e internazionali”, racconta Alice Cavinato. A questi si aggiungono anche opere d’arte in prestito da alcuni tra i principali musei di Vienna, tra cui i 37 disegni a matita, pastello e acquerello prestati dalla galleria Albertina, tra paesaggi marini, foreste tropicali e persone in abiti tradizionali. Di interesse etnografico sono i 12 oggetti prestati dal Weltmuseum Wien, in cui rientra uno spettacolare scudo da parata con decorazioni in madreperla delle isole Salomone e il ventaglio di piume di pappagallo dal Brasile. È anche da questi manufatti che si evince come il viaggio esposto a Miramare non si limiti a documentare le scoperte di un tempo, ma racconti (di riflesso) l’importanza dei dati raccolti nella costruzione del sapere contemporaneo, tra strumenti aggiornati e tecnologie innovative che oggi aspirano a una conoscenza universale del mondo.
Caterina Angelucci
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