Come funziona il mercato dei beni archeologici in Italia?
Acquistare reperti archeologici originali sembra un ricordo lontano dei tempi in cui avventurieri nordici, nel fervore del Grand Tour, giungevano nel nostro Paese alla ricerca di tesori millenari. Tuttavia, ancora oggi, questo settore dell'antiquariato rimane straordinariamente vivace, catturando l'interesse di diverse generazioni di collezionisti
Dalle aspre montagne alpine alle docili coste marine il Belpaese è disseminato di reliquie di un passato glorioso e millenario, oggetti preziosi, testimoni diretti di una storia spesso troppo distante da noi, ponti in grado di collegare culture e pensieri inesorabilmente scissi dal tempo.
L’Italia, per ovvie ragioni, vanta uno dei patrimoni archeologici più ricchi al mondo. Questa ricchezza, sia culturale che economica e identitaria, richiede grande attenzione per essere tutelata e valorizzata al meglio. Accanto al lavoro instancabile di soprintendenze, musei e istituzioni pubbliche nel preservare questo patrimonio, esiste anche un mercato legale e consolidato di beni archeologici.
Possedere un autentico pezzo di storia è il sogno di molti collezionisti, ma nel corso degli anni le modalità per entrarne in possesso sono cambiate molto; in particolare nell’ultimo secolo le normative si sono fatte sempre più stringenti, per evitare una depauperazione sconsiderata del nostro patrimonio archeologico; la rigidità di queste leggi se da un lato tutela i beni attribuendone inequivocabilmente la proprietà allo Stato, dall’altra rischia di penalizzare fortemente il mercato lecito e di incrementare, paradossalmente, la circolazione di oggetti all’interno del mercato clandestino.
Quali reperti si possono acquistare?
La principale normativa che regola lo status dei beni culturali in Italia è rappresentata dal decreto legge del 22 gennaio 2004:
“Sono beni culturali le cose immobili e mobili che, ai sensi degli articoli 10 e 11, presentano interesse artistico, storico, archeologico, etnoantropologico, archivistico e bibliografico e le altre cose individuate dalla legge o in base alla legge quali testimonianze aventi valore di civiltà”.
Definiti quindi i limiti entro i quali si colloca il concetto di bene culturale, è importante capire perché la maggior parte dei beni archeologici ritrovati sia indisponibile alla vendita. Rispetto ai Paesi anglosassoni, in cui il possesso di un bene è del suo scopritore, in Italia vige la presunzione di proprietà da parte dello Stato, qualora esso venga rinvenuto nel sottosuolo o nelle acque nazionali, come sancito dalla legge n. 364 del 1909 e ribadito dal decreto legge del 2004.
Ne consegue che, salvo rari casi, tutti i beni archeologici disponibili alla vendita debbano essere “emersi” antecedentemente al 1909, ed essere accompagnati da adeguata documentazione che ne attesti la veridicità, come ad esempio lasciti testamentari o cataloghi d’asta.
Dove comprare archeologia in Italia?
Nonostante la presenza di normative restrittive, è possibile acquistare beni archeologici in Italia in modo legale affidandosi ad antiquari e case d’asta consolidati. Celebri sono i dipartimenti specializzati di Pandolfini, Bertolami e Babuino, per citarne solo alcuni, che da moltissimi anni operano anche nel settore archeologico con professionisti di altissimo livello. Comprare lotti attraverso queste case d’asta rappresenta una delle strade più sicure per possedere autentici pezzi di storia senza rischiare nulla, anche grazie alla stretta collaborazione tra questi dipartimenti e il nucleo di tutela dei beni culturali, che passa al vaglio ogni singolo lotto prima di inserirlo definitivamente nella tornata d’asta.
Una scelta altrettanto valida è rappresentata da alcuni antiquari specializzati nel settore, tra cui l’Archeo Gallery di Milano, Mutina Ars Antiqua di Modena o la galleria Valerio Turchi a Roma, per segnalare a titolo esemplificativo e non esaustivo alcuni degli operatori più noti. Anche in questo caso si tratta di acquisti sicuri accompagnati dall’enorme professionalità di questi antiquari, nel pieno rispetto delle leggi e degli acquirenti.
Comprare archeologia in Italia si può, dunque. Lo dimostrano i tanti specialisti e la grandissima attenzione che il pubblico riserva sempre a questo genere di articoli, pur trattandosi di un mercato estremamente specializzato. Nonostante un rallentamento, il mercato antiquariale, rispetto ad altri segmenti, continua ad avere altissime percentuali di vendite, segno evidente che a dispetto di tanti altri oggetti i reperti archeologici continuano ad essere individuati come validi beni rifugio, su cui fare investimenti solidi e duraturi.
Gabriele Passeri
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