Mutina Ars Antiqua. La galleria di Modena dove si possono acquistare pezzi di archeologia

Sarcofagi egizi, corniole romane, collane mesopotamiche e tanto altro ancora: Mutina Ars Antiqua è una specie di paradiso per gli appassionati di collezionismo antiquario

Modena da sempre è una delle più rinomate roccaforti dell’antiquariato, grazie anche alla nota rassegna “Modenantiquaria“, giunta ormai alla sua trentasettesima edizione. In questo contesto opera da oltre vent’anni la Galleria di Mutina Ars Antiqua, uno dei pochissimi luoghi in Italia dove è possibile acquistare autentici reperti archeologici. Entrando negli spazi di via Segantini, ci si immerge in un viaggio lungo più di cinquemila anni, tra oggetti rari e interessanti, accompagnati da Elena Caroli, titolare della importante galleria.

Come è iniziata questa avventura?
Tutto è iniziato dalla mia profonda passione per l’archeologia. Dopo aver studiato scienze dei beni culturali, ho iniziato ad avvicinarmi al mondo degli oggetti archeologici quasi per caso, grazie anche all’incontro con Marcello Semolini, un noto antiquario del settore. Da semplice collezionista, ho gradualmente iniziato a commercializzare alcuni pezzi, partendo dai mercatini. Col passare del tempo, ho espanso la mia attività partecipando a mostre e fiere, fino a quando ho preso la decisione di aprire la mia galleria a Modena. Un fattore chiave che ha contribuito al mio successo è stato il mio sito internet, che mi ha permesso di raggiungere un pubblico più vasto e diversificato.

Si ricorda il primo pezzo che ha avuto in collezione?
Certamente, è uno dei pezzi più significativi della mia collezione privata, a cui sono estremamente legata. Si tratta di un Ushabti risalente alla XX dinastia, realizzato in faiance turchese. Gli Ushabti sono delle statuette mummiformi in pasta di vetro, su cui vengono incise delle formule rituali, spesso tratte dal Libro dei Morti, e utilizzate come rappresentazioni dei servitori nell’aldilà. Venivano inserite nelle tombe dei personaggi facoltosi dell’antico Egitto, con l’idea che avrebbero lavorato per il defunto nell’aldilà. Queste miniature erano particolarmente diffuse nelle classi sociali più elevate e venivano prodotte in gran quantità durante tutte le dinastie faraoniche. La quantità di Ushabti presenti all’interno di una tomba spesso rifletteva il prestigio e la ricchezza del defunto: più il personaggio era importante, più numerose erano le statuette presenti nel sepolcro.

Ushabti in faiance turchese XXVI Dinastia, courtesy of Mutina Ars Antiqua
Ushabti in faiance turchese XXVI Dinastia, courtesy of Mutina Ars Antiqua

Qual è il pezzo più importante che ha mai venduto?
Ovviamente per noi appassionati ogni oggetto archeologico è ugualmente importante e ricco di storia, sarebbe riduttivo soffermarsi esclusivamente sul valore economico del singolo oggetto, ma certamente uno dei manufatti più importanti che ho trattato è un elmo Illirico in bronzo, risalente alla fine del VII o alla prima metà del VI secolo a.C. Un esemplare strepitoso in ottimo stato di conservazione, è stato acquistato da un museo italiano.

Attualmente su cosa si è specializzata?
Principalmente tratto arte egizia, sono affascinata da questa cultura millenaria così suggestiva e misteriosa. Nella mia galleria ho degli oggetti molto rari ed interessanti come un sarcofago di gatto del periodo tardo (XXV – XXVI dinastia) o ancora la parte superiore di un sarcofago in legno stuccato e dipinto (III periodo intermedio). Ma trattiamo anche altre culture, come quella greca, romana ed etrusca, oltre a qualche elemento rappresentativo di altre civiltà orientali come quella mesopotamica.

Qualche consiglio per acquistare in sicurezza?
Ovviamente, affidarsi sempre a professionisti competenti è fondamentale. Acquistare in una galleria come la mia è sinonimo di garanzia sia da un punto di vista legale che di originalità del pezzo. Tuttavia, è importante studiare attentamente la documentazione e munirsi di analisi scientifiche approfondite per assicurarsi dell’autenticità di un oggetto. Gli oggetti falsi possono essere difficili da individuare, quindi la prudenza è essenziale. Dal punto di vista legale, bisogna seguire le leggi italiane stringenti e rispettare una prassi ben definita per non rischiare di acquistare oggetti dal passato torbido, come il certificato di autenticità e provenienza e il codice di dichiarazione alla soprintendenza quando si entra in possesso di un bene archeologico.

Come va il mercato italiano in questi anni?
Il mercato italiano si è sempre rivelato problematico sia per il commercio interno che per quello con altri paesi. Per esportare beni all’estero, è necessario ottenere un’autorizzazione dalla Soprintendenza archeologica, la quale spesso la nega. Di conseguenza, la maggior parte dei beni archeologici rimane in Italia, limitando la portata dei possibili collezionisti. Inoltre, gli oggetti che raggiungono cifre importanti all’interno del mercato europeo spesso vengono acquistati a prezzi inferiori nel nostro mercato; questo crea difficoltà per il mercato italiano, che rimane di nicchia, con pochi collezionisti disposti ad avventurarsi in questo settore. Nel corso degli anni, abbiamo notato leggero ribasso, soprattutto a partire dal 2018, sebbene lentamente il mercato stia mostrando segni di ripresa.

Gabriele Passeri 

Mutina Ars Antiqua
Via Segantini, 13
Modena

Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati

Gabriele Passeri

Gabriele Passeri

Gabriele Passeri (1998) dopo la maturità classica si laurea a Bologna in Antropologia Religioni e Civiltà Orientali; è attualmente studente magistrale in Arte, Valorizzazione e Mercato presso l’Università IULM di Milano. Collabora da diversi anni nel Polo Museale di Gualdo…

Scopri di più