Fonte battesimale del Duomo di Siena: capolavoro del Rinascimento appena restaurato
Realizzato nella prima metà del Quattrocento, il Fonte battesimale vide collaborare Lorenzo Ghiberti, Donatello e Jacopo della Quercia nella realizzazione di un impianto scultoreo che fu modello per generazioni di artisti. L’Opificio delle Pietre Dure ha lavorato per tre anni al restauro, da vedere in Battistero
Lorenzo Ghiberti (1378 – 1455), Donatello (1386 – 1466) e Jacopo della Quercia (1374 – 1438). Un compendio della migliore scultura del Quattrocento che rende eccezionale il Fonte battesimale custodito nel Battistero di Siena, già pieve di San Giovanni.
Un vero e proprio impianto scultoreo – alla cui realizzazione contribuì, oltre ai maestri già citati, anche l’orafo senese Giovanni di Turino – in marmo, bronzo dorato e rame smaltato, concepito tra il 1427 e il 1431, agli albori di quel Rinascimento delle arti che avrebbe influenzato molte generazioni a venire. E dunque testo fondamentale dell’arte, oltre che capolavoro tra i più preziosi in seno al patrimonio del complesso monumentale del Duomo di Siena (che pure di tesori ne conserva moltissimi: si pensi al pavimento a commesso marmoreo della cattedrale).
Il Fonte Battesimale del Duomo di Siena, capolavoro della scultura del Rinascimento
Al centro del Battistero, Il Fonte battesimale si presenta come una struttura rialzata su due gradini: alla vasca esagonale in marmo – in cui si inseriscono sei specchi in bronzo dorato raffiguranti la vita del Battista, scanditi dalle statue della virtù di cui due, Fede e Speranza, realizzate da Donatello – si sovrappone il monumentale tabernacolo, destinato in origine a custodire sia il crisma utilizzato per il rito del battesimo sia il pane eucaristico. Disegnato come un tempietto classicheggiante coperto da una cupola a spicchi, il tabernacolo è ornato da cinque Profeti entro nicchie; il sesto lato è chiuso invece da uno sportello bronzeo dorato raffigurante la Madonna col Bambino, opera di Giovanni di Turino (1434). Al di sopra della trabeazione erano posti poi sei Spiritelli di bronzo a tutto tondo: oggi ne restano in situ solo quattro, due di Donatello e due di Giovanni di Turino. Ulteriore coronamento, in equilibrio sopra una slanciata lanterna, è la figura di San Giovanni scolpita anch’essa nel marmo (ma apuano, di una qualità differente da quello utilizzato per la vasca). Ma tra i passaggi più pregiati di un’opera dalla genesi complessa spiccano senza dubbio le formelle in bronzo dorato lavorate in rilievo, ascrivibili a più mani: alla loro realizzazione, in fasi successive, contribuirono tutti gli artisti coinvolti, con esito particolarmente felice nel caso del Battesimo di Gesù firmato da Ghiberti nel 1427, dotato di un incredibile senso di profondità, e del Banchetto di Erode di Donatello, la scena più drammatica del lotto.
Il restauro del Fonte battesimale del Duomo di Siena
Negli ultimi tre anni, il Fonte battesimale è stato oggetto di un approfondito restauro che ha visto collaborare l’Opera della Metropolitana di Siena (che ha finanziato la campagna) con l’Opificio delle Pietre Dure, attraverso una serie di indagini e interventi innovativi sotto il profilo tecnico. I restauratori si sono confrontati con la necessità di ripristinare la leggibilità e garantire la salvaguardia delle opere in bronzo dorato e degli elementi in marmo (in antichità decorati con dettagli policromi in blu e oro), facendo fronte a condizioni ambientali non ottimali per garantirne la conservazione. L’intervento ha aiutato a comprendere meglio la paternità delle diverse parti, e rivelato le tecniche utilizzate dai diversi artisti. In fase di riassemblaggio dei diversi elementi lapidei smontati per il restauro, inoltre, si è lavorato alla realizzazione di nuovi elementi e giunti di fissaggio realizzati ad hoc e alla progettazione di una struttura di sostegno che consentirà di accedere al retro dei bronzi senza dover necessariamente smontare i blocchi di marmo.
Il Fonte battesimale del Battistero di Siena restituito al pubblico
E ora l’opera viene restituita alla fruizione nel contesto di un rinnovato allestimento del percorso di visita del Battistero, che faciliterà l’accoglienza del pubblico. In parallelo, l’Opificio delle Pietre Dure sarà impegnato, d’ora in avanti, in un programma di ispezioni semestrali per monitorare i parametri ambientali: “Solo l’attenzione costante permetterà di cogliere tempestivamente segni di degrado e di individuare subito le provvidenze più adatte”, spiega la Soprintendente dell’Opificio Emanuela Daffra.
Livia Montagnoli
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