Che piante crescono nei giardini lunari? In una mostra in Toscana lo raccontano antiche stampe
A Sansepolcro, le sale settecentesche di Palazzo Bourbon del Monte invitano a scoprire i fiori dei giardini lunari, che si schiudono solo al tramonto, in una mostra di antichissimi erbari illustrati
Fin dall’antichità, le piante lunari hanno attratto la curiosità dell’uomo per il loro comportamento particolare. Timide e poco appariscenti di giorno, le specie botaniche notturne svelano i loro abiti migliori al calar del sole. Nomi come le Belle di notte suggeriscono subito quale sia il momento migliore per ammirarle. Non il mezzogiorno rovente, ma la frescura serale e notturna.
Questa volta, però, la situazione è diversa: non parliamo di piante vive in sé e per sé, bensì di erbari. Di erbari e di florilegi, ossia di antichi volumi scritti e illustrati, che raccolgono specie vegetali e floreali. Dove siamo? In una delle cornici più raffinate in cui poter ammirare queste pagine di storia: Palazzo Bourbon del Monte, nonché la sede dell’Aboca Museum di Sansepolcro. Uno dei gioielli settecenteschi dell’entroterra toscano, che per tutta questa estate 2024 arricchisce il proprio museo d’impresa di una mostra speciale. Si tratta de I giardini lunari: 27 esemplari di erbari provenienti dalla Bibliotheca Antiqua di Aboca, ora visibili in due sale dedicate.
Il Palazzo Bourbon del Monte sede di Aboca Museum e i suoi erbari
Una storia di spezieria pluricentenaria
L’esposizione straordinaria dialoga da vicino con il palazzo che la ospita: un antico edificio costruito a cavallo tra Seicento e Settecento, dal probabile legame con l’arte di impiegare le erbe a scopi curativi. Fin dall’ingresso – dall’antica pietra alle spalle della biglietteria – si intuisce che il luogo profumi di una storia erboristica pluricentenaria. La pietra farebbe infatti riferimento all’attività qui un tempo esercitata: la spezieria. Lo si coglie nei caratteri incisi su di essa: PRODEST-OBEST (GIOVA-NUOCE). Un chiaro avvertimento rivolto a tutti coloro che fanno uso di piante medicinali. Possono giovare, certo, ma anche avvelenare, fino ad annientare.
Il Museo: tra erbe e alambicchi
Tutto il Museo racconta l’arte di studiare e utilizzare le erbe, con stanze tematiche che ne esplorano ogni sfaccettatura. Il percorso – un viaggio multisensoriale arricchito dall’aroma delle spezie e dei fiori secchi sparsi ovunque – ricostruisce tutte le fasi della produzione erboristica. Dalla raccolta ed essiccazione delle erbe in grandi mazzi sospesi, alla vendita nelle farmacie nei tipici barattoli di maiolica. Passando per l’antica bottega-laboratorio dello speziale, volta alla preparazione dei medicamenti. Se ne possono intuire le operazioni guardando a tutti gli alambicchi e i recipienti conservati nella vicina Sala dei vetri.
A completare il Museo, una Sala dedicata alla storia e una ai mortai, in cui venivano macerate le spezie. Ed è in questi due ambienti che bisogna cercare i giardini lunari.
La storia dei giardini lunari da Aboca Museum a Sansepolcro
L’attenzione alle varietà botaniche notturne – e la conseguente creazione di veri giardini a loro dedicate – risale all’Antichità. Già presso le civiltà persiane e giapponesi era diffusa la pratica di creare questi ambienti decorati di erbe aromatiche e fiori che sbocciavano di notte. Per migliorarne la visibilità, questi giardini erano spesso arricchiti anche da fontane e specchi d’acqua, che riflettevano tutta la – poca – luce disponibile e creavano un’atmosfera sonora rilassante. Posti perfetti per favorire la meditazione.
Nel XIX Secolo, poi, giunse il concetto di moon gardens – suggestivi giardini notturni con piante bianche e argentee – coniato dalla paesaggista Gertrude Jekyll.
Le piante dei giardini lunari da Aboca Museum a Sansepolcro
Di tutti i volumi conservati nella Bibliotheca di Aboca, 27 pagine sono state scelte per adornare le teche del giardino lunare ricostruito (ovviamente per immagini) al Museo sansepolcrino. È un’occasione per scoprire piante di solito poco conosciute e viste… soprattutto di giorno.
Si incontra ad esempio l’Enotera. Chiamata primula serale in Inghilterra e fiore di luna dagli Italiani, sboccia dopo il tramonto svelando i suoi fiorellini gialli fluorescenti. Oppure la Zaluzianskya, con le sue inflorescenze dal profumo intenso – particolarmente invitante per le falene – che rimangono aperte fino alle undici del mattino. Per concludere poi con il Cereo notturno. Si tratta di una specie davvero curiosa: meglio noto come regina della notte, mette in mostra fiori enormi, dal diametro che può raggiungere gli otto centimetri. Fiori, questi, visibili soltanto per una notte e non di più. Un ulteriore motivo per farsi stupire da questi giardini notturni.
Emma Sedini
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