Shahr-i Sokhta, la Pompei d’Oriente. La storia del sito Unesco in Iran bruciato tre volte
Nel decennale dell’inserimento nella lista UNESCO dei Patrimoni Mondiali, questo antico sito archeologico in Iran è ora oggetto di una mostra a Lecce. Ecco le foto
Quest’anno ricorrono i 10 anni dell’inserimento di Shahr-e Sukhteh (Città Bruciata) nella lista UNESCO dei Patrimoni Mondiali. Questo antico sito archeologico in Iran, definito la Pompei d’Oriente perché bruciato tre volte nel corso della sua lunga storia, durata tra i dodici e i tredici secoli, ora è oggetto della mostra fotografica Shahr-i Sokhta. Quando il mito diventa storia, aperta fino al 28 luglio 2024 presso il Monastero degli Olivetani di Lecce.
La storia di Shahr-i Sokhta, il sito Unesco in Iran definito la Pompei d’Oriente
Siamo nel territorio sud orientale iraniano del Sistan-va-Baluchistan, al confine con Pakistan e Afghanistan, in una zona perlopiù desertica, con una superficie approssimativamente equivalente a quella della Siria, ma meno popolosa. È qui che sorge Shahr-e Sukhteh, sito archeologico di un insediamento molto esteso dell’età del Bronzo. Nato intorno alla seconda metà del quarto millennio a.C. nell’area del Sistan, collassata intorno al 2300 per cause ancora sconosciute e quindi abbandonata, era un fiorente centro di commercio e agricoltura, culla di un melting pot tra le quattro grandi civiltà fluviali: Oxus, Indo, Tigri-Eufrate e Halil. Si tratta di uno dei centri più ambiti per l’indagine archeologica, per la sua perfetta conservazione a causa di concrezioni saline presenti su tutta la superficie che hanno sigillato reperti e strutture del sottosuolo, un po’ come Pompei. Solo che lì è stata la cenere del Vesuvio a cristallizzare corpi e oggetti.
Shahr-i Sokhta. Le ultima scoperte archeologiche
Il sito, individuato agli inizi del Novecento e iniziato a scavare sistematicamente nel 1970 dall’italiano Maurizio Tosi, è oggetto dal 2016 di nuovi interventi di ricerca da parte di una Missione internazionale cui partecipa, al fianco della spedizione diretta da Mansur Sajjadi per l’Iranian Center for Archaeological Research, il Dipartimento di Beni Culturali dell’Università del Salento con la direzione scientifica di Enrico Ascalone.
La storia di Shahr-i Sokhta in una mostra fotografica a Lecce
Proprio le ultime scoperte archeologiche sono al centro del percorso fotografico a Lecce: con 141 foto e pannelli esplicativi, la mostra ripercorre in anteprima italiana le tappe degli studi condotti sul sito UNESCO, come il ritrovamento di una tavoletta protoelamita con indicazioni contabili datata al 3000 a.C., che testimonia le complesse attività amministrative della città.
Claudia Giraud
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