Il Parco archeologico di Ercolano rinasce grazie ad un accordo tra pubblico e privato
Nell'ambito del progetto 'Herculaneum Conservation Project', è stato firmato un protocollo di intesa per contrastare il decadimento del sito archeologico campano. Tra le priorità: il nuovo ingresso del parco, laboratori di conservazione e depositi
Ercolano, la città di mare distrutta dall’eruzione del Vesuvio del 79 d.C., è oggetto di un importante percorso di ricerca e scavo archeologico attraverso il quale viene restituita al pubblico in un’immagine il più possibile vicina a quella originale. Questo vale per la riapertura dell’antica spiaggia, inaugurata a giugno, e per i futuri interventi che riguarderanno la riqualificazione dell’antica Ercolano concordati nel protocollo di intesa che vede impegnarsi la fondazione The Packard Humanities Institute e l’Istituto Packard per i Beni Culturali nel progetto di rigenerazione pluriennale Herculaneum Conservation Project. Tra gli obiettivi spiccano: l’ampliamento degli spazi verdi, la realizzaione di parcheggi, servizi per i visitatori e un nuovo ingresso verso il mare.
Un’iniziativa che vuole essere da esempio, incoraggiando “altre fondazioni private a sostenere progetti simili in Italia”,spiega David W. Packard, presidente del Packard Humanities Institute.
Il piano di rigenerazione del Parco archeologico di Ercolano
Ampliare gli spazi verdi e creare un nuovo ingresso da sud (su Corso Umberto I) verso il golfo renderebbe il recupero dell’antica Herculaneum parte integrante del tessuto urbano, collegandolo con i vari quartieri e con il cento della città moderna. A questo si aggiunge la volontà di liberare l’area dagli edifici moderni esistenti, così da poter migliorare sensibilmente la luce e il prospetto della città antica, favorendo il lavoro degli archeologi.
Il Parco archeologico di Ercolano e i nuovi impianti di conservazione
Questo progetto “permetterà di traghettare il parco verso una gestione ancora più moderna e innovativa degli spazi e dei depositi”, spiega il Direttore denerale Musei Massimo Osanna, “sia per quanto riguarda la fruizione da parte del pubblico che per le opportunità di indagine e ricerca scientifica”. A tal proposito, infatti, sono in cantiere nuovi spazi di deposito permanente nonché laboratori all’avanguardia per la conservazione delle collezioni e lo studio dei reperti rinvenuti nel sito.
Parola al direttore del Parco archeologico di Ercolano Francesco Sirano
“Si tratta di un progetto che non si esita a definire rivoluzionario. Ci sarà “un prima e un dopo” questo accordo che apre una nuova era nella plurisecolare storia delle ricerche e della gestione del sito. Una svolta che in pochi anni potrebbe produrre risultati paragonabili, se non persino più lungimiranti, con la grande operazione che Amedeo Maiuri vi svolse tra il 1927 e il 1961”, spiega il direttore Francesco Sirano. “Il sito, oggi dotato di uffici e aree di deposito inadeguati alle reali esigenze tanto attuali quanto future, diventerà un luogo all’avanguardia in campo internazionale sui temi della tutela e conservazione del patrimonio con particolare riferimento ai resti organici che costituiscono una delle più marcate peculiarità del Parco”.
Valentina Muzi
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