Come si vestivano le donne etrusche? Un libro prova a raccontarcelo

Se vi siete mai chiesti quale fosse il guardaroba di un’aristocratica etrusca nell’antichità, qui potete trovare tutte le risposte che cercate. E se voleste approfondire il tema, magari guardando anche alla moda maschile, abbiamo il libro che fa per voi

Bronzi votivi, urne, statue e dipinti su terrecotte: tutte testimonianze del passato che ci aiutano a rispondere a una domanda curiosa. Come si vestivano le donne etrusche nell’antichità? Tentare di raggrupparle assieme alle greche coeve, o alle romane di poco successive romane, sarebbe un errore. La civiltà etrusca – diffusa dalla Pianura Padana fino all’area campana nell’epoca Preromana – si caratterizzò per una propria moda particolarissima, distinta da quella degli altri popoli vicini. Se è vero che alcuni costumi furono “importati” dalla Grecia e dal Vicino Oriente, per altri abiti o accessori non c’è nulla di imitato: si tratta di vere esclusività etrusche. A suggerirlo sono, ancora una volta, le raffigurazioni scolpite o dipinte nei resti che sono giunti a noi oggi, letti e interpretati incrociando le fonti da parte di archeologi e studiosi. Certo, non tutto ciò che è rappresentato fu realmente indossato da donne e uomini etruschi – la “licenza poetica” esisteva anche allora – ma per molti aspetti c’è una certa sicurezza. 
In questo articolo abbiamo ricostruito il possibile guardaroba di una donna aristocratica etrusca, esplorandone l’evoluzione nel corso dei secoli. E ci siamo basati su questo saggio illustrativo: Vestire all’etrusca di Larissa Bonfante. Per scoprire la moda etrusca (anche maschile) nella sua completezza, potete leggere tutto il libro.

La moda ai tempi degli Etruschi: fonti e contesto

Prima di entrare nel vivo del guardaroba delle etrusche, è opportuno chiarire qualche punto. Intanto, il contesto storico: molte delle mode subirono diverse fasi evolutive – in genere raggruppate in quattro periodi – che coprono un arco temporale dal VII Secolo fino all’Età Romana. 
Passando agli artisti che “illustrarono” i costumi del loro tempo, va ricordato che – se per raffigurare l’abbigliamento semplice e quotidiano copiarono da quanto vedevano tutti i giorni – nei casi di altri abiti meno familiari seguirono esempi già fatti da altri in precedenza. Dunque: l’esattezza non è sempre garantita.
Infine, ciò che è giunto a noi oggi immortala la “moda e la cultura nazionale” diffuse in Etruria, che presentano alcuni tratti unici e distintivi. In attesa di chiarirli meglio in seguito, li anticipiamo qui. Lo stile etrusco si caratterizzò senza dubbio per acconciature dalle lunghe trecce, portate libere lungo la schiena. Poi, per cinturoni a losanghe (nel VII Secolo), per mantelli di forma semicircolare, curiosi cappelli a cono, e scarpe a punta. Senza dimenticare il perizoma: un “classico” per gli uomini, ma che si diffuse anche in certi casi per le donne.

I tessuti e i materiali in uso in Etruria

Tra i materiali più utilizzati per fabbricare abiti, troviamo la lana e il lino. La prima più calda ed economica, ideale d’inverno, il secondo raffinato e costosissimo, importato probabilmente in gran parte dall’Egitto, ma anche filato e prodotto in loco. Di lino, erano fatti ad esempio i chitoni delle donne etrusche più ricche. Questo materiale, però, non permetteva molta fantasia, né varietà di motivi. Diversamente, la lana era ottima per creare tessuti dai motivi a quadri o a scacchi: una moda che – a partire dal VII Secolo – divenne “universale” in Etruria. 
Un elemento chiave in qualsiasi tessuto destinato a diventare indumento erano i bordi. Per gli Etruschi – e i Romani ripresero questa usanza – avere gli abiti dai profili decorati e rifiniti era simbolo di prestigio e alta posizione sociale. È così che, laddove notiamo statuette o immagini con frange e bordi lavorati (magari anche a colori a contrasto), possiamo essere sicuri di aver a che fare con un soggetto altolocato. 

Figura femminile con chitone, cintura dorata, sandali e treccia lungo la schiena, ritrovata a Vulci. Periodo 570 a.C., British Museum, Londra. Courtesy British Museum
Figura femminile con chitone, cintura dorata, sandali e treccia lungo la schiena, ritrovata a Vulci. Periodo 570 a.C., British Museum, Londra. Courtesy British Museum

Perizomi, bikini e cinturoni ai tempi delle donne etrusche

Parlare di bikini in epoca etrusca sembrerebbe anacronistico. Eppure, di questo si tratta: se per gli uomini il perizoma fu per molti secoli l’indumento quotidiano – tanto per i lavoratori, quanto per gli atleti – ci sono statuette e pitture che raffigurano molte donne in qualcosa di molto simile al bikini. Un esempio sono le acrobate e le atlete, che spesso fermavano il loro perizoma con ampi cinturoni lavorati. Mentre i Greci avrebbero considerato un simile abbigliamento “scandaloso”, per gli Etruschi era del tutto normale, e anzi diffusissimo. A testimoniare ciò, basta guardare il numero consistente di cinturoni ritrovati nei corredi funebri, che ne suggeriscono la popolarità. 

I Chitoni indossati dalle donne etrusche

Al centro del guardaroba etrusco c’era senza dubbio il chitone: la veste lunga, indossata da uomini e donne, la cui moda subì quattro fasi evolutive.
In origine, nel VII Secolo, un primo modello diffuso era il chitone dedalico: tubolare, lungo sino alle caviglie, di lana e con motivo decorativo in genera a quadri, impreziosito da una ricca cinturona in vita. Un’alternativa proveniente dal Vicino Oriente era il chitone lungo protoionico. Molto più ampio, pieghettato, e di materiale più leggero (lino o lana fine). Infine, c’era il chitone a tre quarti, fisso in vita da una cintura, e che scendeva fino al polpaccio. 
Nella fase di sviluppo successiva, si diffuse il chitone ionico vero e proprio – evoluzione del protoionico – lungo, ampio, a pieghe e con cintura. Caratteristiche erano le maniche, le quali non erano cucite, bensì semplicemente formate fermando il tessuto con un punto sulle spalle. Qualche secolo dopo, le donne etrusche più ricche iniziarono ad impreziosire ulteriormente i loro chitoni, adornandoli con nappe intrecciate di fili di lana
Nell’ultimo periodo, la moda divenne invece il chitone ellenistico, stretto, senza maniche, con una cintura appena sotto il seno. Molto simile all’odierna idea di abiti stile impero. 

I mantelli: una moda tipicamente etrusca

Tra le differenze maggiori in termini di guardaroba tra Greci ed Etruschi, ci sono i mantelli, presenti in varietà molto più ampia per quel che riguarda questi ultimi. I modelli femminili più antichi erano lunghi, dritti e stretti, fermati sulle spalle. Dal VI Secolo si diffuse la tebenna: il tipico mantelli etrusco, di forma semicircolare, spesso adornato con nappe per sottolineare l’elevata classe sociale. 

Le scarpe delle donne etrusche

Passando agli accessori, nel guardaroba delle donne etrusche non potevano mancare le scarpe. Inizialmente erano sandali: un particolarissimo modello, con la suola articolata in pezzi diversi, per facilitare la camminata. Come materiale, era in uso il legno, “armato” di ferro, e poi legato ai piedi con lacci in pelle. 
Con il VI Secolo, comparirono poi i caratteristici calcei repandi (nome latino con cui divennero poi noti). Si trattava di scarpette coi lacci, dalla punta all’insù… una moda tipicamente locale delle donne di alto rango, che si vede ricorrere in numerosissimi reperti. 

Le acconciature e i cappelli delle donne etrusche

C’è di che raccontare anche delle acconciature tipiche delle donne etrusche. La moda più popolare – diffusa sin dagli inizi – era quella di portare una treccia lunga, pendente al centro della schiena. A poco a poco, si cominciò poi a vederla accompagnata sul davanti dai cosiddetti boccoli siriani. Si trattava, appunto, di riccioli, spesso fissati con spirali d’oro o di bronzo, analoghe alle numerose ritrovate nelle tombe femminili. 
Dalla fine del VI Secolo, invece, divenne diffusissimo il tutulus: una sorta di chignon creato arrotolando in cima alla testa due sezioni di capelli, poi fermati da nastri. E sempre in questo periodo si cominciarono a vedere anche numerosi copricapi – prima un’esclusiva maschile – dalla forma arrotondata, oppure a punta.

Figura femminile con chitone, cintura dorata, sandali e treccia lungo la schiena, ritrovata a Vulci. Periodo 570 a.C., British Museum, Londra. Courtesy British Museum
Figura femminile con chitone, cintura dorata, sandali e treccia lungo la schiena, ritrovata a Vulci. Periodo 570 a.C., British Museum, Londra. Courtesy British Museum

I gioielli delle donne etrusche

Infine, i gioielli: il vero emblema e mezzo di ostentazione della ricchezza di chi li indossava. Molto diffuse erano le bullae: sfere di metalli preziose, portate appese alle braccia o al collo. In alternativa, c’erano i diademi, tra cui spiccava il modello a fascia spessa, composta da due o tre file di perline, legate dietro il capo da un nastro. Gli orecchini invece – come il tipo a forma di bauletto, di cui abbiamo oggi molti esemplari ben conservati – erano a pendente e piuttosto massicci. Tutti elementi che, uniti al restante guardaroba descritto, confermano a pieno l’idea di raffinatezza e gusto per l’ostentazione che caratterizzò la civiltà etrusca durante tutti i secoli.

Emma Sedini

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Emma Sedini

Emma Sedini

Etrusca e milanese d'origine in parti uguali, vive e lavora tra Milano e Perugia. È laureata in economia e management per arte, cultura e comunicazione all'Università Bocconi, e lì frequenta tutt'ora il MS in Art Management. Nel frattempo, lavora in…

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