Tavole tattili, scritte in braille e “concerti al buio”. Grande impegno per gli ipovedenti al Museo Diocesano di Brescia 

Si chiama “Tutto ha senso”, il progetto multisensoriale ospitato al museo bresciano che rende le collezioni fruibili ai non vedenti. Un'iniziativa volta all'inclusività, tra nuovi obiettivi e sostenitori

A pochi passi da Piazza della Loggia, a Brescia, sorge il monastero di San Giuseppe nel cui chiostro grande ha sede il Museo Diocesano. Il museo, dedito alla custodia e alla divulgazione del patrimonio artistico – religioso della diocesi locale, ha deciso di rendere fruibile le sue collezioni anche per chi è affetto da disabilità visive e, grazie alla collaborazione con Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti, è nato Tutto ha senso, il percorso multisensoriale dedicato ai non vedenti. Il progetto consiste in una serie di totem tattili capaci di condurre il pubblico alla scoperta di opere e oggetti rappresentativi, culminando nella sala multisensoriale dove l’opera La Madonna col Bambino in gloria, San Giovanni Evangelista, il beato Lorenzo Giustiniani e l’allegoria della Sapienza Divina è raccontata attraverso i sensi dell’udito, del tatto, dell’olfatto e del gusto.

Tutto ha senso, Museo Diocesano a Brescia
Tutto ha senso, Museo Diocesano a Brescia

Scoprire la collezione del Museo Diocesano di Brescia attraverso il tatto

L’iniziativa Tutto ha senso che ha suscitato l’interesse di Famiglia Puma Trust (un charity trust focalizzato nell’inclusione dei non vedenti), il cui sostegno ha preso forma in una nuova modalità di esplorazione degli spazi museali e delle opere d’arte, incentivando il senso del tatto come nuova chiave di fruizione del museo.

Tutto ha senso, Museo Diocesano di Brescia. Installation view
Tutto ha senso, Museo Diocesano di Brescia. Installation view

“Tutto ha senso”: le iniziative sostenute da Famiglia Puma Trust

Grazie al charity trust bresciano, i corridoi delle collezioni permanenti del Museo Diocesano sono animati da nuovi totem recanti tavole tattili, scritte in braille e Qrcode descrittivi dedicati alle opere realizzate tra il XII e il XX secolo, dove spiccano sculture, dipinti, argenti sacri, icone ortodosse e codici miniati. Il progetto prevede anche numerosi momenti di interazione con il pubblico, come: laboratori didattici, attività esperienziali e “Concerti al buio”, condotti da musicisti ciechi o ipovedenti.

Parola alla presidente e al direttore del Museo Diocesano di Brescia

“Siamo orgogliosi che questo progetto abbia preso avvio nell’anno di Bergamo-Brescia Capitale Italiana della Cultura, dialogando con uno dei suoi temi cardine, la Città Illuminata” racconta Nicoletta Bontempi, Presidente di Fondazione Museo Diocesano. “Un approfondimento che, grazie a Famiglia Puma Trust, rinnova con nuove prospettive l’intento del Museo di ampliare le proprie vedute”. Un’iniziativa che aiuta ad ampliare l’offerta culturale per gli ipovedenti (e non solo) “grazie al coinvolgimento di più discipline, dalla scultura alla musica, con un focus sull’esperienza emozionale” spiega il Direttore del Museo Diocesano Mauro Salvatore. “Ogni persona è chiamata a mettersi in relazione: toccare le cose con attenzione è un modo di pensare, non ci portiamo a casa la cosa in sé, ma il gesto che abbiamo imparato attraverso l’esplorazione tattile, senza distinzioni”.

Valentina Muzi

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Valentina Muzi

Valentina Muzi

Valentina Muzi (Roma, 1991) è diplomata in lingue presso il liceo G.V. Catullo, matura esperienze all’estero e si specializza in lingua francese e spagnola con corsi di approfondimento DELF e DELE. La passione per l’arte l’ha portata a iscriversi alla…

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