A Parma, per Correggio 500 la Cupola di San Giovanni come non l’avete mai vista
Uno spettacolo di dettagli e arte rinascimentale reso possibile dalle fotografie di Lucio Rossi, protagoniste della grande mostra che la città dedica a Correggio per i 500 anni dalla conclusione di questo suo capolavoro
Un privilegio della città di Parma è senza dubbio il possedere tanti capolavori di Correggio (Correggio, 1489 – 1534) che vanno dalla Camera di San Paolo, alla Cupola di San Giovanni Evangelista, a quella del Duomo. Per non parlare, poi, delle diverse opere ospitate nella Galleria Nazionale della città, tra cui spicca la Madonna di San Gerolamo.
In questo 2024, però, l’attenzione si focalizza sul secondo della lista. Ricorrono infatti i 500 anni dalla conclusione dei lavori nella Basilica di San Giovanni e la città ha voluto celebrare l’occasione con un progetto molto speciale: Correggio 500.
La Basilica di San Giovanni a Parma e gli affreschi di Correggio
La Basilica di San Giovanni è quel luogo in cui si vede Cristo, avvolto dalla luce, scendere sulla terra a raccogliere l’ultimo dei suoi discepoli. In cerchio, a corona, stanno gli apostoli, coi corpi intrecciati con tanti putti intorno tra le nuvole. “Uomini variamente abbigliati, non sempre particolarmente aggraziati” – scrive in catalogo Padre Francesco La Rocca, Priore in San Giovanni – “talora goffamente seduti o in pose addirittura scomposte”.
È capitato più volte di poter vedere da vicino affreschi straordinari, camminando sulle impalcature per i lavori di restauro. O di poter osservare le immagini dipinte sui soffitti da vasti specchi posti a terra con particolari angolazioni. Un vero piacere per studiare le prospettive, le dimensioni “sproporzionate” proprio perché i corpi furono immaginati in origine per uno sguardo dal basso. In questa mostra, ci si può “avvicinare” alla cupola grazie alle fotografie di Lucio Rossi. Questi riesce non solo a tradurre la cupola in piano, ma anche a creare un percorso d’immagini autonome per i protagonisti di quel mondo aereo, scegliendone i dettagli più particolari.
Il percorso di visita della mostra di Lucio Rossi per Correggio 500 a Parma
Dopo aver visitato la preziosa biblioteca, all’interno del complesso dell’abbazia, si arriva nella vasta sala che ospita la mostra. In essa si fronteggiano le due parti della cupola in fotopiano e, ai lati, figure scelte e particolari.
Osservando le immagini si nota come il Cristo non stia salendo (a differenza di come è a volte interpretato). Piuttosto, la veste che si solleva indietro e indica il movimento contrario. Cosa si legge nel Vangelo? “Voglio che costui (Giovanni) resti (sulla terra) fino a che io lo verrò a prendere”. E c’è quel gesto della mano, che sembra un richiamo, un invito a seguirlo. Nell’opera del Correggio, Giovanni, vecchio, vede, morente, i suoi compagni in cielo, tutti intorno a Cristo glorioso che ora lo chiama a sé, con l’aquila simbolo d’ispirazione divina. L’ultimo degli apostoli è dipinto in basso, le braccia sollevate, nella zona estrema della cupola: “accovacciato sul bordo estremo della fascia esterna della volta” – spiega Maria Cristina Chiusa in catalogo – “è percepibile soltanto, stante la collocazione, dall’officiante e dai monaci disposti in coro”.
La sinergia tra le foto di Lucio Rossi e la Cupola di San Giovanni di Correggio a Parma
Per gli “spettatori” del percorso Correggio 500, l’esposizione è un arricchimento, che offre la possibilità di poter analizzare anche le parti più segrete della volta, dopo aver goduto della dinamica, illusionistica visione d’insieme.
Tornando dunque a rivedere la Cupola al termine della visita, l’effetto è quello di una poesia che, dopo averla scomposta, studiata, analizzata, viene riletta nella sua integra bellezza. Il cielo per un istante in terra è il titolo di questa mostra che, spiega l’autore, è forse un po’ il sogno di tutti, è un Eden da sperimentare qui sulla terra.
Valeria Ottolenghi
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