Arriva il museo (termale) dei Bronzi di San Casciano. E ci sono anche nuovi ritrovamenti

Oltre al museo, dove saranno raccolte e raccontate i preziosissimi manufatti etruschi, aprirà un parco archeologico termale dove "vivere i bagni" come gli antichi. L'apertura è prevista da fine 2026, insieme all'hub di ricerca dell'Università per Stranieri di Siena

È ormai un importante sito di scavi e di studi il borgo di San Casciano dei Bagni, nel senese, dove ormai due anni fa vennero ritrovate oltre venti statue etrusche in bronzo in perfetto stato di conservazione, cinquemila monete, ex voto e altri manufatti. Per accogliere i reperti – avviatisi in un lungo tour archeologico in giro per l’Italia (ora in tappa a Reggio Calabria) – il Ministero della Cultura aveva promesso di aprire un museo all’interno del cinquecentesco palazzetto dell’Arcipretura, comprato per circa 600mila euro: ora, un anno e un ministro della Cultura dopo, si accingono a partire i lavori per questo museo, che sarà affiancato da un parco archeologico termale dove godere delle oltre quaranta sorgenti del luogo e del paesaggio intorno al borgo sulle orme dei romani e ancor prima degli etruschi.

Il museo e l’area archeologica di San Casciano dei Bagni

Del palazzo, due piani saranno dedicati al racconto della scoperta dei manufatti e alla ricostruzione della vita nell’antico santuario – qui saranno esposte le statue, i gioielli, gli strumenti, le monete -, e altri due andranno a ospitare sala conferenze, caffetteria e bookshop, per un totale di quattro piani (dei quali uno seminterrato) oltre a un grande locale esterno. La nuova casa dei bronzi – che sarà affiancata da uffici e servizi nell’attiguo Palazzo Barbetti (in via di acquisizione) – verrà allestita con l’obiettivo di dare al visitatore l’impressione di “tuffarsi nella vasca sacra”, ha anticipato il direttore generale musei Massimo Osanna: “Pensiamo a un museo che sia capace di rendere universali le storie delle persone, anche le più minute“, aprendo uno spazio contemporaneo e fluido che sia “in sintonia con il territorio“.

Tempistiche per i progetti archeologici a San Casciano

Finanziati per la prima tranche con 4,5 milioni di euro dai Grandi Progetti Culturali, museo e parco sono destinati ad aprire gradualmente. Esaurita entro giugno 2025 la parte progettuale e l’affidamento delle gare, i lavori dovrebbero iniziare nell’autunno del 2025 e concludersi in meno di un anno: la prima inaugurazione è fissata alla fine del 2026, la stessa data in cui è prevista l’apertura dell’hub di ricerca internazionale finanziato dall’Università per Stranieri di Siena. “La comunità di San Casciano ha investito e sta investendo tantissimo in questo progetto”, ha commentato la sindaca Agnese Carletti, secondo cui museo, parco e hub daranno nuova linfa al comune toscano da millecinquecento anime: “La speranza è che lo spirito buono e profetico della sorgente incarnato nel serpente di bronzo appena ritrovato possa aiutarci a realizzare tutto il più velocemente possibile“.

Nuove scoperte archeologiche a San Casciano dei Bagni

Per il completamento ancora non ci sono date definitive, anche perché le tempistiche sono legate al progresso degli scavi, che continuano a dare grandi soddisfazioni. L’estensione delle indagini e l’ampliamento dell’area di scavo nel santuario del Bagno Grande ha portato infatti al rinvenimento del temenos, il muro di recinzione dello spazio sacro. Lo scavo ha anche messo in luce gran parte della vasca più antica, ricostruita tra i regni degli imperatori Tiberio e Claudio, così come resti di doni e cerimonie qui svoltisi nel corso dei secoli. Dopo un complesso lavoro di gestione dell’acqua proveniente dalla sorgente, a quasi 5 metri di profondità, lo scavo ha raggiunto nuove sequenze stratigrafiche, e riportato alla luce statue, serpenti in bronzo – di cui uno di 90 centimetri che è probabilmente un “agatodemone”, un demone buono a protezione della sorgente -, strumenti di rito (una lucerna e un piccolo toro in bronzo, un nuovo richiamo al mondo agro-pastorale), monete di età repubblicana e imperiale, metalli preziosi, gemme e gioielli.

Un risultato tanto più notevole se si considera che le operazioni sono rese assai più complicate dal flusso dell’acqua e dal fatto che la parte posteriore della vasca sacra è ancora sepolta nella terra. Per non parlare delle problematiche legate alle acquisizioni dei terreni privati che circondano l’attuale scavo, indispensabili per allargare le ricerche al contesto in cui il santuario romano era inserito, e alla messa in sicurezza delle strutture antiche per approntarne la visita. Un progetto in divenire, da cui aspettarsi ancora di più.

Giulia Giaume

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Giulia Giaume

Giulia Giaume

Amante della cultura in ogni sua forma, è divoratrice di libri, spettacoli, mostre e balletti. Laureata in Lettere Moderne, con una tesi sul Furioso, e in Scienze Storiche, indirizzo di Storia Contemporanea, ha frequentato l'VIII edizione del master di giornalismo…

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