Il grande ritorno del Parmigianino alla National Gallery di Londra 

Dopo 10 anni torna al pubblico la ‘Visione di san Girolamo’ di Parmigianino, restaurata ed accompagnata da studi preparatori per la prima volta riuniti assieme, per svelare i meccanismi di un’opera manifesto del Manierismo

San Giovanni Battista guarda ipnotico lo spettatore e sembra aprire un lembo di sipario, da cui si entra in un sogno dipinto, dove proporzione e verità si allentano e comincia un’altra pittura. È la Visione di san Girolamo di Francesco Mazzola, detto il Parmigianino (Parma, 1503 – Casalmaggiore, 1504), opera capitale per lo sviluppo del Manierismo, che torna al pubblico dopo un’assenza di dieci anni e un attento restauro, in occasione del bicentenario della National Gallery di Londra. La pala d’altare, proprietà del museo inglese quasi dalla sua fondazione, è esposta insieme ad una raccolta di studi preparatori, per la prima volta in dialogo diretto con l’opera, che si rivelano fondamentali per capirne la genesi e l’innovazione. 

Parmigianino, La Visione di san Girolamo, National Gallery, Londra
Parmigianino, La Visione di san Girolamo, National Gallery, Londra

Il sacco di Roma e il terremoto umbro 

Realizzata dal pittore a 23 anni, nel 1527, la Visione di san Girolamo è giunta fino a noi in un percorso letteralmente miracoloso, fin dalla sua prima ora. Nelle sue Vite Giorgio Vasari racconta che i Lanzichenecchi colsero il pittore nel suo studio, mentre era in corso il terribile Sacco di Roma, e ammaliati dal dipinto, gli risparmiarono la vita. L’opera fu nascosta nella cripta di una piccola chiesa, quindi recuperata quando però il pittore era ormai morto (forse per malaria, a 37 anni). Nel 1558 gli eredi della committente, la nobildonna Maria Bufalini, la vollero a Città di Castello per la cappella di famiglia, nella chiesa di Sant’Agostino. Qui, nel 1789, un fortissimo terremoto fece quasi a pezzi la Pala Baronci di Raffaello, ma l’opera del Parmigianino rimase illesa; acquistata pochi anni dopo dai frati che dovevano ricostruire la chiesa, giunse poi al museo londinese.  

Studi per la Visione di San Girolamo (recto), Parmigianino, 1525–27. J. Paul Getty Museum, Los Angeles
Studi per la Visione di San Girolamo (recto), Parmigianino, 1525–27. J. Paul Getty Museum, Los Angeles

Il laboratorio grafico del Parmigianino 

Il restauro odierno ha riportato in luce le cromie originali e rimosso gli interventi precedenti, con l’aggiunta di una nuova cornice dorata, ricostruita sulla base della prima ambientazione della pala, ovvero la chiesa romana di San Salvatore in Lauro. I disegni preparatori in mostra fungono invece da diario di lavoro, sulla progressiva mutazione del soggetto e delle sue atmosfere. Un “laboratorio grafico” che rivela un’indipendenza ideativa rispetto ai modelli raffaelleschi, amati da Parmigianino, ma lasciati a poco a poco alle spalle, in una luce non più naturale e nella liberazione delle proporzioni. Un primo interludio sul lato astratto e lunare della pittura, pronta ad affrancarsi dalla resa del reale. 

Le parole della curatrice 

Maria Alambritis, curatrice del progetto con Matthias Wivel, ci scrive della “naturalezza con cui Parmigianino rende l’allungamento elegante dei corpi e la distorsione intenzionale dello spazio. I disegni a penna, in linee convulse e arricciate, rendono lo ‘scatto’ delle anatomie, quelli a gesso nero, i tratti graduali del fondo ombreggiato. L’inchiostro e il lume di biacca creano una luce drammatica. È un processo creativo che seguiamo in modo olistico, passo dopo passo, fino a scoprire una composizione asimmetrica, così insolita e dinamica”. 

Giuseppe Sterparelli 

Londra // fino al 9 marzo 
Parmigianino: The Vision of Saint Jerome  
NATIONAL GALLERY 

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Giuseppe Sterparelli

Giuseppe Sterparelli

Curatore indipendente e documentarista. Attento a uno storytelling che nasca sempre da fonti reali, ha diretto vari progetti culturali nel campo delle arti visive, della musica e della poesia contemporanea. Laureato in DAMS a Bologna, ha collaborato con l’Università italiana…

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