Il nuovo volto della Gipsoteca dell’Accademia di Belle Arti di Venezia
L'Accademia veneziana festeggia il suo 275esimo anniversario con un nuovo allestimento della Gipsoteca, accompagnando le nuove generazioni in un viaggio tra arte e storia

Come si studiava l’arte nel Settecento e nell’Ottocento? All’epoca – come spesso avviene tutt’ora – i pittori e gli scultori si formavano osservando l’arte classica direttamente dalle copie conservate nelle Accademie. Ed è attraverso la riproduzione delle opere classiche che i giovani studenti interiorizzavano non solo la tecnica, ma anche un codice estetico che li metteva in dialogo con i grandi maestri del passato. Oggi, grazie a un intervento attento e innovativo, questa eredità viene restituita con uno sguardo nuovo, capace di coniugare il rigore accademico con le più recenti prospettive della ricerca artistica: l’Accademia di Belle Arti di Venezia – occasione dell’inaugurazione dell’Anno Accademico 2024 -2025, che segna l’importante traguardo del suo 275esimo anniversario – presenta il riallestimento della sua preziosa Gipsoteca.














Il riallestimento della Gipsoteca dell’Accademia di Belle Arti di Venezia
Curato da Vincenzo Casali Studio (con la collaborazione di R3B – Reuse, Recycle, Rebuild e ERCO Lighting), il riallestimento ha trasformato la Gipsoteca in uno spazio più dinamico e funzionale. I calchi in gesso, elementi chiave della collezione, sono stati ridistribuiti lungo il corridoio del primo piano della Sede Centrale degli Incurabili, esaltando la monumentalità delle opere senza sacrificare la leggibilità dell’insieme. Un’attenzione particolare è stata dedicata all’illuminazione, con un sistema a doppia luce che combina un’illuminazione generale diffusa con una puntuale, pensata per evidenziare i dettagli delle sculture. Il ridisegno del soffitto, con pannelli che richiamano le grandi tele dei pittori, rappresenta un ulteriore elemento distintivo, garantendo allo spazio un equilibrio tra funzionalità e suggestione estetica.

La storia dell’archivio storico dell’Accademia di Belle Arti di Venezia
La Gipsoteca veneziana ha una storia illustre che affonda le radici nel primo Ottocento, quando Antonio Canova contribuì a incrementare la collezione con calchi provenienti dalla Galleria di Filippo Farsetti. A questo primo nucleo si aggiunsero nel tempo i preziosi Elgin Marbles, donati dal Reggente inglese nel 1819, e altre opere provenienti dalle corti europee. Questo patrimonio, che testimonia il legame tra Venezia e le grandi capitali dell’arte, ha formato generazioni di artisti, da Francesco Hayez a Emilio Vedova. Con il riallestimento attuale, l’Accademia rinnova la sua missione di trasmettere la conoscenza attraverso l’osservazione diretta, in un processo di apprendimento che rimane vivo anche nell’epoca del digitale.

Il fondo storico dell’Accademia veneziana
Oltre alla Gipsoteca, il progetto si inserisce in una più ampia operazione di tutela e valorizzazione del Fondo Storico dell’Accademia, che raccoglie documenti, disegni e stampe antiche di inestimabile valore. Tra le sue perle spiccano la biblioteca antica, con volumi rari come la Hypnerotomachia Poliphili di Aldo Manuzio, e l’Archivio Storico, custode della memoria accademica dal 1750. Questo patrimonio cartaceo si affianca a una ricchissima collezione iconografica, che include gli autoritratti dei maestri dell’Accademia e le incisioni di artisti come Piranesi e Dürer. Con questo riallestimento, Venezia conferma il proprio ruolo di laboratorio dell’arte, dove il passato continua a dialogare con il presente, tracciando nuove prospettive per il futuro della formazione artistica.
Laura Cocciolillo
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