Un artista al tramonto dell’era medicea: la mostra su Giovan Battista Foggini a Firenze

Esponente del tardo Barocco e protagonista dell’ultima stagione culturale della Firenze medicea, la mostra ne ripercorre la carriera attraverso una selezione di circa 80 opere tra sculture, disegni e manufatti

La Firenze di Cosimo III de’ Medici, penultimo esponente della celebre dinastia toscana, non era paragonabile per fasti, vita culturale e peso politico a quella di Lorenzo o di Cosimo il Vecchio, ma conservava comunque una sua certa dignità, anche se gli studi scientifici conobbero un regresso, a causa della bigotteria del granduca che lo portò a ad adottare provvedimenti contro l’insegnamento della filosofia democritea ed epicurea insegnate all’Università di Pisa, e dichiarò illegale anche la scienza galileiana. 

Chi era Giovan Battista Foggini

Fu in questo clima di compassata decadenza che nacque e si formò Giovan Battista Foggini (Firenze, 1652-1725), che sin dall’infanzia dimostrò una notevole inclinazione per il disegno, inclinazione che poté soddisfare e ulteriormente sviluppare nella città natia, sotto la guida dello zio, lo scultore Jacopo Maria Foggini. Ma fu proprio grazie a Cosimo III che ebbe la possibilità di allargare i suoi orizzonti, perché il granduca lo ammise all’Accademia che nel 1673 aveva fondato a Roma, presso Palazzo Madama, allo scopo di formare i giovani artisti fiorentini sotto la guida di Ercole FerrataCiro Ferri, prestigiosi maestri in ambito romano per quanto riguardava la scultura e la pittura. Qui, Foggini poté appunto sviluppare il suo talento. A tre secoli dalla scomparsa, Giovan Battista Foggini (1652-1725). Architetto e scultore granducale è appunto la mostra che ne ripercorre la carriera, attraverso un’attenta selezione di opere e, soprattutto, un approfondito catalogo ricco di interessanti saggi scientifici.

Giovan Battista Foggini, Ritratto del cardinale Francesco Maria de’ Medici,1683 -1686, Cerreto Guidi (Firenze), Villa medicea, Museo storico della Caccia e del Territorio, Direzione regionale Musei nazionali Toscana
Giovan Battista Foggini, Ritratto del cardinale Francesco Maria de’ Medici,1683 -1686, Cerreto Guidi (Firenze), Villa medicea, Museo storico della Caccia e del Territorio, Direzione regionale Musei nazionali Toscana

Giovan Battista Foggini scultore

Gli anni romani furono fondamentali per la formazione artistica di Foggini, perché nell’Urbe assorbì le caratteristiche proprie del barocco romano, cioè uno stile aulico e magniloquente sulla scorta del Bernini, e che porterà a Firenze quando vi farà ritorno. Il percorso espositivo è articolato in sezioni tematiche che esplorano la scultura in marmo, bronzo e terracotta; fra queste ultime, Il mito di Pigmalione (1673) presentato all’Accademia di San Luca, la Strage dei figli di Niobe (1674); nel bronzo, Fogini si ispirò largamente alla letteratura classica, in particolare alle Metamorfosi di Ovidio. Apprezzato dai Medici che gli commissioneranno 8 ritratti nella forma del busto in marmo (due dei quali in mostra), la sua fama arrivò anche a Parigi, perché Luigi XIV, il celebre Re Sole, gli commissionò le repliche di alcune sculture della collezione medicea, e a Firenze si possono oggi ammirare L’Arrotino e Il Cinghiale. Opere nelle attraverso le quali si può osservare la frequentazione e la padronanza dello stile barocco da parte di Foggini. Il successo che incontrò fra i ceti altolocati è testimoniato dalle riproduzioni in porcellana delle sue opere, eseguite dalla manifattura fiorentina di Doccia, vari esemplari delle quali sono visibili nella mostra di Palazzo Medici Riccardi, e rivelano il nascente gusto dell’aristocrazia per il soprammobile e il piccolo oggetto d’artista.

Giovan Battista Foggini architetto

Oltre che apprezzato scultore, Foggini fu anche architetto, e fu lui che, progettando per Francesco Riccardi il nuovo scalone monumentale, ha salvato dalla distruzione la cappella di Benozzo Gozzoli che ospita ancora oggi la splendida cavalcata dei Magi. In mostra sono esposti vari bozzetti per pannelli decorativi, mascheroni, la facciata di Palazzo Viviani e la Villa Corsini a Castello, bozzetti nei quali convivono il Rinascimento e il tardo Barocco, la tradizione fiorentina e quella romana, dando vita a soluzioni estetiche inedite. Suo tratto distintivo, la commistione dell’architettura con ornamenti tratti dal mondo naturale o con allusioni simboliche.

La Cappella Feroni a Firenze

Ideale prosecuzione della mostra, una visita alla Cappella Feroni nella Basilica della Santissima Annunziata (della quale curò il restauro e l’iconografia barocca nel 1693), e una visita alla più raccolta ma non meno affascinante Cappella Corsini della chiesa del Carmine, che ospita una ciclo di opere in gesso (Sant’Andrea Corsini e la Battaglia d’Anghiari, la Messa di Sant’Andrea e l’Apoteosi di Sant’Andrea Corsini) realizzato fra il 1676 e il 1683); il ciclo segna un momento importante nella cappella, perché si stacca dal Manierismo della scuola del Giambologna per seguire esperienze contemporanee del barocco romano.

Niccolò Lucarelli

Libri consigliati:

Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati

Niccolò Lucarelli

Niccolò Lucarelli

Laureato in Studi Internazionali, è curatore, critico d’arte, di teatro e di jazz, e saggista di storia militare. Scrive su varie riviste di settore, cercando di fissare sulla pagina quella bellezza che, a ben guardare, ancora esiste nel mondo.

Scopri di più