Ecosistemi d’arte e natura. A Firenze
Fondazione Biagiotti Progetto Arte, Firenze – fino al 28 febbraio 2017. Otto artisti contemporanei riflettono sugli equilibri del mondo naturale. Troppo spesso minacciati dall’intervento umano.
Secondo la teoria della Gestalt, la nostra percezione della realtà deriva dalla somma degli elementi che la compongono. Ogni singola unità, mettendosi in relazione con le altre, può contribuire a modificare il nostro modo di percepire ciò che abbiamo di fronte.
La mostra Ecosistemi, presentata dalla Fondazione Biagiotti Progetto Arte e curata da Carlotta Mazzoli e Silvia Bellotti, attraverso le opere di otto artisti internazionali invita ad approfondire il problema della salvaguardia ambientale, facendo riflettere sul valore che l’azione del singolo può avere sulla collettività, come dimostrato anche dalla teoria della Gestalt.
INQUINAMENTO E FINZIONE
Paola Romoli Venturi e Mandy Barker indagano il problema dell’inquinamento degli Oceani infestati da milioni di tonnellate di materie plastiche. Annualmente, questi rifiuti mietono vittime fra le molte specie di animali acquatici che finiscono soffocati da sacchetti, tappi di bottiglia, cannucce. Attenzione! Questa è un’arma letale (2015) è un lavoro dell’artista romana: un vaso in vetro, simile a un contenitore per caramelle, racchiude colorati sigilli in plastica, sottolineando la loro apparente incapacità di nuocere. Come nell’installazione ISOLA_Paola Trash Vortex (2015), dove banali bottiglie di plastica vuote sono raccolte in una rete in tarlatana che rappresenta lo stomaco di una balena, in ricordo del ritrovamento nel 2008 di un capodoglio morto sulle spiagge della California.
Anche le stampe inkjet su carta della Barker giocano sulla finta innocuità: SOUP: Nurdles (2011), vista da lontano, su sfondo nero, sembra una splendida galassia, ma, se analizzata attentamente, svela che le “stelle” sono in realtà piccoli oggetti sferici di plastica. L’immagine inganna ancora nelle otto Indefinite (2010), dove alcune creature marine fotografate nel loro habitat naturale ci sorprendono quando scopriamo che ognuna di esse è un detrito plastico.
UOMO E NATURA
Nelle opere di Riccardo Stellini, Simafra e Miz Nakaishi, la natura bistrattata torna protagonista, manifestando la sua forza rispetto alla fragilità umana.
In New Squeeze (2016), un’installazione di Stellini, l’uomo prova a ricreare le forme perfette della natura attraverso materiali artificiali, ma la natura stessa lo supera, rispondendo con la creazione di un ecosistema inaspettato. Così come inaspettata e poetica è la crescita del “muschio” realizzato con filo da ricamo sulle tele minimal della Nakaishi.
Di Simafra è in mostra un vivace dipinto, La libertà dei pappagalli (2016), che descrive con colori luminosi l’incanto della natura quando l’uomo non interviene a distruggerla. Di forte impatto anche la sua installazione site specific Autostima (2016): in una giungla fantastica riprodotta con legno, feltro, piante stabilizzate e rete da polli, la carcassa di un’automobile viene cinta minacciosamente da un grosso ramo. La Natura è pensante e autoprotettiva e sembra prendere il ruolo della dea Nemesi, distributrice della giustizia. Soggiace l’idea di un mondo che risponde alla legge di armonia, come atto predestinato alla compensazione.
Infine, le fotografie di Peter Caton, il video di Calixto Ramirez e l’installazione The Gestalt of a Crate di Victoria DeBlassie ci suggeriscono le soluzioni: un ritorno all’agricoltura biologica e al primitivismo per contribuire, da singoli individui “gestaltiani”, alla tutela del nostro pianeta.
Martina Massimilla
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