La condizione umana. Gian Maria Tosatti a Napoli

Madre, Napoli – fino al 20 marzo 2017. Una grande mostra chiude il ciclo “Sette Stagioni dello Spirito”, progetto pluriennale che ha dato nuovo significato ad alcuni luoghi della città dal forte carattere identitario. Un percorso ascensionale nella memoria del singolo e della collettività, indagando i limiti del bene e del male.

Il protagonista del romanzo La peste di Albert Camus asserisce che “quello che è vero dei mali di questo mondo è vero anche per la peste. Può servire a maturar qualcuno. Ciononostante, quando si vedono la miseria e il dolore che porta, bisogna essere pazzi, ciechi o vili per rassegnarsi alla peste”. Metafora della libertà dell’uomo dinnanzi al male e alle sue interpretazioni, La peste racconta dell’ineluttabile, di ciò che rende l’uomo inerme e incapace all’azione, ed è la peste ad aprire il ciclo di opere Sette Stagioni dello Spirito, progetto site specific che Gian Maria Tosatti (Roma, 1980) realizza nella città partenopea, disseminando sette installazioni ambientali nell’arco degli scorsi tre anni.
Traendo ispirazione dalle sette dimore in cui Santa Teresa d’Avila suddivide il castello interiore dell’anima, Tosatti costruisce altrettante tappe, ognuna delle quali rappresenta un passaggio diverso attraverso lo specchio. Varcando ogni volta la soglia di un edificio – abbandonato – appartenente al vissuto e alla memoria storica della città, il visitatore è invitato a compiere solipsisticamente il viaggio all’interno dei mondi messi in scena dall’artista, che dagli inferi senza possibilità di riscatto conducono a deserti limbici per poi approdare a paradisi immaginati come un ritorno all’umanesimo.

UNA SINFONIA PER LA CITTÀ

La mostra al Madre, a cura di Eugenio Viola, da considerarsi un prologo piuttosto che un epilogo, ricompone sincronicamente la narrazione delle sette stagioni in una dimensione intima e riflessiva, raccontando il processo creativo e fisico sotteso all’imponente opera. Se luogo dell’esperienza di ogni installazione era l’individuo nel suo isolamento, all’interno del percorso espositivo è l’artista a essere voce narrante di un progetto che lui stesso definisce “una sinfonia per la città e i suoi abitanti”. Scegliendo luoghi non deputati all’arte – chiese derelitte, ex magazzini portuali, vecchi uffici pubblici – Tosatti produce un’esperienza che si fa pratica liberatoria per chi la vive.

Gian Maria Tosatti, Sette Stagioni dello Spirito, 2013-16 – exhibition view at Madre - Museo d'arte contemporanea Donnaregina, Napoli – courtesy Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee, Napoli – photo © Amedeo Benestante

Gian Maria Tosatti, Sette Stagioni dello Spirito, 2013-16 – exhibition view at Madre – Museo d’arte contemporanea Donnaregina, Napoli – courtesy Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee, Napoli – photo © Amedeo Benestante

L’UOMO E LA STORIA

L’aspetto cognitivo e relazionale della sua ricerca, che investe le ragioni più profonde dell’uomo nel suo intimo e nella storia, lo si coglie anche nelle sale del Madre dedicate al progetto, ricostruito con tracce che proseguono per spogliamento e presenze fantasmatiche. Nel disseminarsi, le tracce – composte da disegni progettuali, documenti, schizzi preparatori, opere prelevate dalle installazioni e fotografie – tentano di cogliere il senso della realtà del presente, confrontandosi con la storia e permettendo la connessione fra l’esteriore e l’interiore. Il racconto museale di Sette Stagioni dello Spirito riporta la costellazione di senso della crisi dell’umanità affrontata nelle singole installazioni site specific, che dall’inferno hanno condotto lo sguardo sull’autenticità e la purezza possibili dell’uomo.

Francesca Blandino

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Francesca Blandino

Francesca Blandino

Francesca Blandino nasce a Benevento nel 1986. Specializzata in Storia dell’Arte Contemporanea presso l’Università Suor Orsola Benicasa di Napoli, sviluppa un forte interesse per le pratiche artistiche rivolte al sociale. Nel 2012 frequenta il Master in Curatore Museale e di…

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