Rinascita e identità. Tre artisti alla Reggia di Caserta

Reggia di Caserta – fino all’8 gennaio 2017. Vincenzo Marsiglia, Anita Calà e Lapo Simeoni si misurano con uno dei patrimoni artistici più ricchi dello Stivale. Mescolando intraprendenza, memoria e tradizione.

Bisogna godere della meravigliosa scenografia prospettica dei rigogliosi giardini, percorrere la scalinata monumentale, passo dopo passo attraversare le stanze del Palazzo Reale di Caserta, prima di arrivare alla Sala delle Battaglie di Spolverini e trovarsi dinanzi le opere della mostra The Rebirth Triad. Bisogna, cioè, spalancare gli occhi per osservare marmi, stucchi, affreschi, aprire la mente per comprendere le memorie storiche che ogni sala e ogni elemento del suo arredo custodiscono e trasmettono, respirare forte per assorbire l’aura che il palazzo ancora conserva. Si arriva in apnea nella sala che ospita le opere di Anita Calà, Vincenzo Marsiglia e Lapo Simeoni, con le pupille colme di arte e di storia, cariche di sorpresa e di meraviglia, rapiti da quel sentimento di ammirazione e orgoglio, mossi dal risvegliarsi di quell’appisolato senso di appartenenza e da quel processo di riconoscimento che il patrimonio artistico italiano inevitabilmente innesca in noi.

TRA PRESENTE E PASSATO

The Rebirth Triad suona quindi come una sfida, lanciata dalla curatrice Chiara Canali e dagli enti promotori Intragallery e Uncommon, e abilmente raccolta dagli artisti che, tra gli echi delle pareti vanvitelliane, si muovono scaltri, agili, coraggiosi, lavorando senza temere il confronto, con la giusta riverenza e la necessaria intraprendenza. Cuciono meticolosamente presente e passato, come la storia e le stratificazioni giunte fino a noi ci hanno insegnato, e con uguale abilità legano tra loro valori laici e cristiani, nella rappresentazione della Natività, nella presentazione della Trinità e nella coltivazione del concetto di rinascita e rinnovamento.

Lapo Simeoni, Loop #2, 2016, © Intragallery. Foto di Claudia Scuro

Lapo Simeoni, Loop #2, 2016, © Intragallery. Foto di Claudia Scuro

UN INVITO A RITROVARSI

Pare che ognuna delle opere esposte sia un invito a riflettersi per ritrovarsi. Che la riscoperta avvenga nelle strutture interattive e specchianti di Marsiglia, nelle trasparenze delle resine di Calà o nelle trasposizioni delle strutture di Simeoni, The Rebirth Triad segna l’ora di tornare a guardare il patrimonio artistico come l’unico in grado di contenere il riflesso dell’intera nostra comunità, l’unico in grado di farsi narratore della nostra storia, delle nostre origini, e di riportare alla luce luoghi, tradizioni, culture, e insieme a essi le radici della nostra identità. Chi visita la mostra si trova a camminare su un asse riequilibrato, in cui coesistono presente, passato e futuro. Il valore dell’arte appare ricalibrato, ristabilito nel suo essere specchio della società, strumento di rinnovamento, custode di lasciti e memorie, indispensabili a formare, alimentare e risvegliare la coscienza civica della comunità.

Annalisa Ferraro

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Annalisa Ferraro

Annalisa Ferraro

Storica dell'arte, specializzata in museologia, conservazione e restauro. Ha acquisito esperienze nelle pratiche curatoriali, nell’organizzazione e nella gestione di eventi culturali, impegnata sui temi della conservazione e della valorizzazione dell’arte contemporanea. Collabora con associazioni culturali di rilievo e con alcune…

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