Nuda al museo senza autorizzazione. La Francia processa l’artista Deborah De Robertis
Deborah De Robertis arrestata e mandata a processo in Francia per due performance non autorizzate in due musei parigini. Torna il tema del corpo delle donne come arte, già centrale negli interventi di Milo Moiré
32 anni, lussemburghese ma di origini italiane, l’artista Deborah De Robertis è al centro di un nuovo scandalo che sta interessando il mondo dell’arte francese. È stata infatti prima arrestata, dopo esser stata multata per 2mila euro, poi mandata a processo per aver messo in scena due performance in cui compariva nuda, senza però aver chiesto il dovuto permesso ai musei in cui ha eseguito le azioni. Il primo evento è stato realizzato lo scorso marzo alla Maison Européenne de la Photographie nel corso di una mostra di Bettina Rheims: la performer abbigliata come Monica Bellucci in una foto della Rheims, con un giubbetto rosso che lasciava vedere il seno, ha cominciato a spruzzarsi addosso del ketchup. Nonostante l’arresto si è ripresentata nel Museo di Arti Decorative della stessa città, in una mostra dedicata alla bambola Barbie: in questo frangente la De Robertis indossava una parrucca bionda, un cappello da marine, un costume bianco che metteva in mostra il seno ed esaltava con una finta barba il pube.
I WANT YOU TO LICK MY KETCHUP ( TEASER ) from Deborah De Robertis on Vimeo.
MILO MOIRÉ E LE SUE COLLEGHE
Un’altra performance della De Robertis è stata “sventata” in occasione di una retrospettiva dedicata a Nobuyoshi Araki. L’artista sostiene nel suo stamenent di rappresentare con il suo corpo il corpo sociale che riproduce un’azione. Il giudizio che la riguarda sarà emesso il 1 febbraio. Vicenda simile è quella che riguarda la collega svizzera Milo Moiré, arrestata a Londra lo scorso giugno per la sua performance Mirror Box, nella quale coperta “sulle pudenda” da una scatola fatta di specchi, ma con una efficace fenditura, si faceva toccare dai passanti nelle parti basse attraverso di essa. Il motivo? Protestare e rivendicare la libertà delle donne di decidere di farsi toccare quando pare e piace loro, senza forzature, violenze e costrizioni sociali. L’azione controversa, inscenata con tanto di megafono in mezzo alla strada, ha sortito l’effetto – nel non più tanto liberale Regno Unito – di un intervento delle forze dell’ordine, che hanno portata la Moiré in questura e le hanno fatto passare i bollenti spiriti al fresco. È arte o no? Questa la domanda che molti si pongono. Certo, De Robertis avrebbe potuto chiedere i permessi, ma forse è proprio quello del “blitz” il senso della sua azione performativa. In una società contemporanea, tuttavia, che offre ritualmente l’immagine del corpo nudo della donna con ogni scusa e per ogni circostanza, la pruderie e la denuncia scatenate dal gesto della performer assumono, quanto meno, contorni un po’ bizzarri…
– Santa Nastro
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