Tre artisti per uno spazio. A Milano
Spazio 22, Milano – fino al 13 gennaio 2017. Tre gallerie, un unico numero civico. FL Gallery, Galleria Pack e – ospite di turno in questi mesi – Galerie Iragui di Mosca propongono altrettante monografiche di artisti che si collocano in una prospettiva internazionale.
È la quarta volta che Bruna Esposito (Roma, 1960) espone le sue opere nella galleria di Federico Luger, a Milano: e in questa occasione presenta due differenti progetti, uno inedito e un altro che, nella ripresa di temi e materie familiari all’artista, lo completa e lo integra.Le pareti della galleria sono costellate di occhi di pesce: fotografie sorprendenti che, nella decontestualizzazione del soggetto – quotidiano, quasi di “scarto” – creano universi nuovi in cui sembra di venir risucchiati, come in tanti buchi neri cosmici che, con la loro superficie lucida e specchiante, riflettono anche la nostra immagine, capovolgendo la funzione originaria di quell’occhio il quale, evidentemente, non può più osservare. Ma non solo voragine dell’ignoto e vortice misterioso: il contorno è iridescente, le cromie brillanti circondano il cerchio oscuro in un contrasto che colpisce e affascina. Al centro della sala, l’installazione di Esposito fatta con scope di bambù rivolte verso l’alto, quasi una foresta sonora grazie ai campanellini appesi qua e là, instaura un punto di contatto con le opere in legno del secondo artista, Jason Middlebrook (Jackson, Michigan, 1966).
DAL FIGURATIVO ALL’ASTRATTO
Quest’ultimo è stato selezionato dalla Galleria Pack, e chi già conosce l’opera dell’artista statunitense non può che stupirsi di fronte al radicale cambiamento di stile operato in questi più recenti lavori: dal figurativo, Middlebrook è passato a un astrattismo materico che si concretizza in tavole di legno sulle quali dipinge una sorta di “pelle” a rilievo, invitando a toccare l’opera, non solo a osservarla. Una geometria estrema, linee che disegnano labirinti essenziali o mappe ideali, percorsi contorti o forme che richiamano paesaggi spigolosi, decorazioni che si deformano in chiave optical ma che rispettano, sempre e inevitabilmente, i confini del legno, gli spazi della natura.
UN OSPITE MOSCOVITA
Come d’abitudine, Spazio 22 ospita una galleria straniera a cui affida il compito di scegliere un artista per proporlo nei locali milanesi: la russa Galerie Iragui ha puntato sulle ricerche di Pavel Pepperstein (Mosca, 1966) e sul suo progetto A History of Futuristic Hallucinations. Le opere hanno un che di dissacrante, con la loro ripresa di personaggi del passato (dagli antichi romani agli asceti buddisti, dai generali delle colonie britanniche agli uomini di Neanderthal) “raffigurati in momenti inquietanti della loro vita, in cui una visione di un futuro lontano si apre davanti a loro”. Immagini allucinatorie, appunto, dove passato e futuro si compenetrano, come si fondono immagine e parola, disegno e pittura. Quelle di Pepperstein sono opere fortemente simboliche e che, come in altri suoi progetti del passato, si caratterizzano per una notevole componente onirica.
Marta Santacatterina
Milano // fino al 13 gennaio 2017
Bruna Esposito – Davvero
FL GALLERY
Jason Middlebrook – My Grain
GALLERIA PACK
Pavel Pepperstein – A History of Futuristic Hallucinations
SPAZIO 22
Viale Sabotino 22
02 36554554
[email protected]
www.spazio22.comMORE INFO:
http://www.artribune.com/dettaglio/evento/57634/bruna-esposito-davvero/
http://www.artribune.com/dettaglio/evento/57632/jason-middlebrook-my-grain/
http://www.artribune.com/dettaglio/evento/57633/pavel-pepperstein-a-history-of-futuristic-hallucinations/
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