Turner Prize, vince la 31enne Helen Marten. L’artista “altruista” si impone su Michael Dean, Anthea Hamilton e Josephine Pryde
Per l’artista si tratta del secondo importante premio vinto nel giro di un mese, dopo l’Hepworth Prize, quando decise di dividere la 30mila sterline vinte con gli altri quattro candidati
“In un momento di crisi, il minimo che possiamo fare è non essere spettatori passivi ed essere responsabili delle nostre azioni quotidiane”. Queste le prime parole della pittrice e scultrice Helen Marten (Macclesfield, 1985) all’annuncio – in diretta sul 4 canale della BBC – del suo trionfo nel Turner Prize, il più importante premio d’arte del Regno Unito e uno dei più prestigiosi al mondo. Per la 31enne, la più giovane dei quattro artisti finalisti, si tratta del secondo importante premio vinto nel giro di un mese, che ha vinto anche la prima edizione dell’Hepworth Prize. In quell’occasione – fatto che chiarisce la sua visione – l’artista ha scelto di dividere la 30mila sterline vinte con gli altri quattro candidati, sostenendo che “la posizione gerarchica nei premi d’arte è per molti versi imperfetta“.
SUGGESTIONI VISIVE DEGLI ANNI ’60
Helen Marten, che si è aggiudicata le 25mila sterline in palio, si è imposta su Michael Dean (Newcastle upon Tyne, 1977), che lavora principalmente con la scultura e con la capacità di dare forma al linguaggio utilizzando materiali della quotidianità, stato scelto per le sue mostre Sic Glyphs alla South London Gallery e Qualities of Violence al de Appel arts centre di Amsterdam, su Anthea Hamilton (Londra, 1978), nota per la vena surrealista dei suoi video, installazioni e performance, selezionata per la sua mostra personale Lichen! Libido! Chastity! allo Sculpture Centre di New York, e Josephine Pryde (Alnwick 1967), artista interessata al rapporto tra fotografia e arte, chiamata per la sua personale Lapses in Thinking by the Person I am al CCA Wattis di San Francisco. A loro andranno 5mila sterline a testa. La vincitrice, legata alle suggestioni visive degli anni ’60, è stata selezionata per i progetti Lunar Nibs alla 56esima Biennale di Venezia e per la mostra personale Eucalyptus Let Us In da Green Naftali di New York.
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