Cosa c’è di più immersivo del vento? Al Rubin Museum di New York quello tibetano diventa arte
L’installazione è stata realizzata dal Soundwalk Collective con l’artista Francisco López registrando 120 ore di suono del vento intorno a più di 200 villaggi e monasteri in Nepal
Si sente risuonare spesso, ultimamente, la parola “immersiva” riferita ad installazioni o magari azioni performative. A New York, a due passi da Union Square, a Manhattan, c’è una stanza che porta il concetto a un altro livello: la sala del quarto piano del Rubin Museum ospita infatti… vento. Lo spazio in penombra invita il visitatore a sdraiarsi su un grande cuscino e a chiudere gli occhi abbandonandosi al suono di soffi e fruscii e sventolii di bandiere avvenuti la scorsa primavera. L’installazione si intitola Khandroma come una divinità del Buddismo tibetano, ed è stata realizzata dal Soundwalk Collective assieme all’artista Francisco López registrando 120 ore di suono del vento intorno a più di 200 villaggi e monasteri nella remota regione dell’Alto Mustang in Nepal. C’è anche un’iniziativa di “gemellaggio tra venti”: a mezzogiorno, nei giorni in cui il vento a New York supera le 10 miglia orarie, il museo distribuisce un’edizione limitata di un LP di Khandroma…
– Francesca Magnani
Fino al 5 giugno 2017
The Rubin Museum of Art
New York | 150 West 17th Street
http://rubinmuseum.org/events/exhibitions/himalayan-wind
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