Costellazioni sonore in terra d’Abruzzo
Museolaboratorio Ex Manifattura Tabacchi, Città Sant’Angelo – fino al 29 gennaio 2017. Estetica e suono si mescolano nella rassegna abruzzese. Accendendo i riflettori su una galleria di sperimentazioni.
Esperienze sonore e pratiche estetiche, contesto rurale e realtà internazionali: questi gli ingredienti di una mostra di ricerca che non si ferma esclusivamente al prodotto finale, ma che si racconta nel suo farsi. Non a caso, un archivio di supporti video, audio e cartacei pone le basi per la costituzione di una raccolta a consultazione permanente all’interno del museo di Città Sant’Angelo.
“Pollinaria e Museolaboratorio sono i due fulcri attorno ai quali certe pratiche hanno gravitato, da sempre punti di incontro tra gli artisti stessi, come centri di una costellazione di rapporti e collaborazioni intessute negli anni”, afferma Carla Capodimonti, co-curatrice del progetto, facendo riferimento alle “costellation of moments” della Teoria estetica di Theodor W. Adorno.
SUONO, SILENZIO, RUMORE
Il vero protagonista è il suono, secondo le esperienze inaugurate da John Cage, Morton Feldman, Brian Eno, come emanazione di un elemento immateriale all’interno di uno spazio. Sono coinvolti artisti/musicisti abruzzesi appartenenti a diverse generazioni e attivi a partire dagli Anni Novanta. Tra i performer Vincenzo Core, che presenta a Pollinaria il risultato della sua residenza, Lorenzo Balloni e Gaetano Cappella.
Nella prima sala del Museolaboratorio trova spazio un lavoro site specific di Andrea Gabriele, una mattonella del pavimento incastonata e mimetizzata tra le altre, su cui sono incise delle coordinate geografiche. Parte della collezione permanente del museo dal 2012, Che ti amerà per sempre è un lavoro non finito (causa la prematura scomparsa dell’artista), il cui completamento prevedeva proprio un intervento sonoro. Il silenzio, come pagina bianca, si intensifica preparando lo spettatore agli ascolti successivi.
Segue il tavolo di lavoro di Giustino Di Gregorio, che negli Anni Novanta, corteggiato dal genio del rumorismo mondiale John Zorn e dalla sua etichetta Tzadik, pubblica un album dal titolo Sprut. Impiegando il DAT (Digital Audio Tape), sperimenta pioneristicamente il collage sonoro in modalità analogica.
SOUND ART E CONTEMPLAZIONE
Marco Marzuoli realizza un lavoro scultoreo in cui il nastro magnetico si trasforma in sostanza tangibile, forma, disegno, feticcio, creando una coreografia visiva alla stregua degli esperimenti su pellicola realizzati da Rosa Barba nei suoi re-enactment cinematografici.
Fabio Perletta il suono lo produce, lo comprime, lo interroga costringendo lo spettatore a porsi in ascolto, a spostarsi nello spazio, cercando di catturare frequenze inudibili incastrate in centinaia di combinazioni che si autogenerano. Nella cornice di un giardino Zen, gli speaker diventano fiori che diffondono suoni ovattati, imprigionati, letteralmente sottovuoto.
Chiude la mostra il duo Tu M’ (Rossano Polidoro ed Emiliano Romanelli) che in Monochrome # 09+V06 dà vita a una dimensione contemplativa in cui la sagoma del Gran Sasso affiora maestosa e potente, in simbiosi con l’accompagnamento musicale.
“Negli ultimi anni”, afferma il co-curatore Leandro Pisano, “la sound art sta guadagnando sempre di più interesse da parte dei critici, dei curatori e del sistema dell’arte contemporanea. Si tratta di un fenomeno nuovo e interessante perché riconfigura il suono, elemento tradizionalmente accessorio rispetto alla sfera visuale, come linguaggio dotato di una propria forte autonomia”.
Marta Silvi
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