Corrispondenze d’amorosi sensi. Fabrizio Cotognini a Potenza
Museo Archeologico Provinciale, Potenza – fino al 31 gennaio 2017. Nuovo traguardo, nuova personale di Fabrizio Cotognini nell’istituzione potentina. Per raccontare una corrispondenza di amorosi sensi, un dialogo perfetto con il passato.
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Con una serie di opere dell’ultimo quadriennio, realizzate appunto tra il 2012 e il 2016, Fabrizio Cotognini (Macerata, 1983) disegna, al Museo Archeologico Provinciale di Potenza una nuova, importante personale, Is a Question of Time, che coniuga le tracce del passato a quelle del presente, cataloga e conserva l’attuale mediante stratagemmi archeologici, recuperi di preziose e ricercate materie prime o oggetti – coralli, quarzi, carte giapponesi, grammofoni, lanterne magiche o caschi da palombaro – utili a raccontare un processo intellettuale sempre più aperto alla ricerca, allo scavo, alla narrazione per immagini, all’approfondimento e alla rilettura.
RICEZIONE E IMMERSIONE
Accanto a una serie di lavori la cui componente narrativa si nutre di scienza, di simbologia, di alchimia o all’occorrenza di fenologia per dar luce a immagini machiavelliche e per lasciare intravedere una storia originaria della pittura (quella degli strumenti e delle materie, quella del corpo, della mano, del gesto) – tra questi lavori ci sono il Tentativo di creare una eco mentale (2012), le Navi fantastiche (2014) e una serie di Ittiomorfi (2014) come il Vescovo di mare o il Monaco di mare – Cotognini presenta in questa sua nuova personale curata da Lorenzo Benedetti e organizzata dall’associazione Visioni Future in collaborazione con la Fondazione Morra Greco alcuni dispositivi che invitano lo spettatore a uno sguardo ricettivo in uno spazio immersivo. Sorprende, infatti, proprio ad apertura della mostra, un primo ingranaggio che decontestualizza un grammofono di fine Ottocento e crea un cortocircuito tra l’udito e lo sguardo per produrre il sentito vedere di una Anamorfosi (2016) che mostra Aleppo, la “bigia” della Siria settentrionale.
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Fabrizio Cotognini – Is a Question of Time – exhibition view at Museo Archeologico Provinciale di Potenza, 2016
UN MONDO ARCAICO E FUTURO
Desantnik – USV 50 (2014), già presente nella sua personale Per aquam (organizzata dalla Fondazione Filiberto Menna al Museo Archeologico Provinciale di Salerno), dove un casco da palombaro sovietico degli Anni Venti è stato utilizzato dall’artista per interpretare il ritrovamento della testa bronzea di Apollo riemersa dalle acque del golfo di Salerno, è posto in questa meravigliosa mostra, in corrispondenza di un acroterio fittile con testa di medusa del V-IV sec a.C., rinvenuto sul Monte Torretta di Pietragalla.
Poco prima Et in arcadia ego (2016) è una struttura percettivamente destabilizzante, un ingranaggio leggero formato da un corallo e da una lanterna magica della Reynolds & Branson Leeds, fondata nel 1816, dal cui piccolissimo foro è proiettata l’immagine capovolta di una statuetta, parte di quel Tempietto e dea di Garaguso datato 480-470 a.C., che ricorda i Καντηλάκια (Kandylakia) greci o i modellini votivi in terracotta dei templi etruschi.
Come un acrobata, Cotognini incanta ancora una volta lo spettatore e lo trascina in un mondo arcaico e assieme futuro, dalla fisionomia bizzarra, personale, dove la ricchezza sostitutiva della forma genera nuovi e inediti tesori simbolici, nuove intenzioni semiotiche, nuove cadute in un discorso sempre più aperto, sempre più arguto.
Antonello Tolve
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