Pittura e gestualità. Matteo Montani a Roma
Galleria L'Attico, Roma – fino al 20 gennaio 2017. Quando il colore percorre la superficie, l’effetto può essere inaspettato, quasi magico. Matteo Montani sfida il rosso. E ce lo racconta.
Paesaggi mono-toni, lingue di fuoco, sprazzi di passione. Assoli di rosso. Ostinatamente zen, nonostante le numerose velature e stratificazioni fatte ad arte. Per Matteo Montani (Roma, 1972) la pittura è una continua tensione verso l’idea. Sfidando la pennellata, in un discorso oltre la gravità, verso un orizzonte-spazio responsabile, coraggioso e inaspettato. Lavorare sul rosso è un suo desiderio latente. Una scoperta fatta in itinere che lo ha portato progressivamente verso il rosso puro, senza armonizzazioni cromatiche. Semplicemente il rosso. Aurore boreali, paesaggi cosmici, albe o tramonti non importa. Qui il gioco è tra l’astratto e il figurativo. Una moltiplicazione di guglie, di architetture solide, di rimbalzi insinuanti. Masse sontuose raggrumate in avvolgenti volumi, che scontrano i motivi orizzontali con quelli verticali in una sorta di calligrafia mutevole. Sangue, energia, vita e morte.
Michele Luca Nero
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