Scultura e tecnologia. Matteo Negri a Genova
ABC Arte, Genova – fino al 3 febbraio 2017. Proliferazioni, oggetti inesistenti, materiali diffusi in città. Matteo Negri approfondisce il suo rapporto con la scultura attraverso la tecnologia, tra materiali riflettenti, lamiere forate, stampe digitali e video. Nella sua personale si entra come vuole il titolo, piano piano, quasi in punta di piedi.
La sua ricerca artistica ha come oggetto la scultura, che sempre di più si dilata, si fa ambiente e immette in una condizione (beata) di spaesamento percettivo. Matteo Negri (San Donato Milanese, 1982) racconta un luogo e lo catapulta in un altro universo: esce dalla relazione prospettica rinascimentale e si sposta su un nuovo piano cartesiano, una sorta di porta girevole virtuale che riflette l’oggetto fra trasparenze e specchi.
Con il suo linguaggio di matrice post concettuale, va oltre la superficie anche nelle due serie di opere murali: le PSA, cioè le pitture su alluminio dell’installazione Wall, e i Kamigami Bubble, gli oblò ambigui che ribaltano lo spazio. Il Navigator, invece, che sembra un’astronave riflettente da film di fantascienza degli Anni Ottanta, dà la misura di tutte le cose: Matteo la fa girare come una trottola, la lancia in mare, la appende, la fotografa e la filma. È un’entità femminile in resina, poliestere e cromo liquido: “lei” è la scultura diventata movimento.
Linda Kaiser
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