Il mondo dell’arte piange Jannis Kounellis. Il cordoglio sui social
Arriva d’improvviso la notizia della scomparsa del grande maestro greco che scelse l’Italia per dialogare con i grandi del passato. Il mondo dell’arte lo ricorda all’unanimità sui social.
La scomparsa del grande maestro di origine greca, che Artribune ha ricordato tempestivamente con un articolo in memoria è stato un fulmine a ciel sereno per il mondo dell’arte. Giunta inaspettata, ha scatenato le reazioni commosse sui social di critici, curatori, collezionisti, giornalisti, semplici amici, che hanno ricordato all’unanimità il maestro. Raramente un artista ha lasciato un così grande vuoto nel settore, tristezza che sarà colmata solo dalla potenza delle sue opere. Oggi a Roma (venerdì 17 febbraio dalle ore 14.00 alle ore 19.00) verrà aperta la camera ardente in Campidoglio, nella Sala Protomoteca, mentre lunedì 20 febbraio, ore 11.30 si svolgeranno i funerali nella Chiesa degli Artisti. Qualcuno ha parlato della fine del ‘900, altri hanno salutato l’artista con semplici “addio” e “buon viaggio”. Altri ancora hanno condiviso senza parole immagini particolarmente significative a pensieri più personali. Come quello di Maria Gloria Conti Bicocchi, fondatrice dello storico spazio fiorentino art/tapes/22 che fece anche da palestra a Bill Viola. È morto Jannis Kounellis, commenta. Il baratro che si apre dalla morte di ogni uomo lascia sgomenti. con Jannis non abbiamo perso solo il più grande artista, ma anche il grande generoso uomo, per molti lo straordinario amico. Conosco questo dolore che ritorna esatto preciso concentrico ogni volta che il vuoto si allarga. Un dolore fortissimo.
RICORDI E COMMOZIONE
Ciao Jannis, ti porti via la parte migliore del Novecento e ci lasci più soli è il più laconico commento della giornalista Alessandra Mammì, al quale segue quello del critico e docente Umberto di Marino: è morto un grande artista e un grande uomo: Jannis Kounellis.
Più articolato il racconto del curatore Ludovico Pratesi, che scrive:
Jannis Kounellis se ne n’è andato. Un grande che aveva scelto l’Italia, per dialogare con i grandi del passato, da Caravaggio a Michelangelo. Un viaggiatore dallo sguardo alto, coraggioso, intenso, che aveva regalato a Pesaro una mostra straordinaria, che rimarrà nella storia della Pescheria. Ciao Gianni. Rimarrai per sempre con noi, perché ci hai insegnato che un artista è, prima di tutto, una figura morale, che nemmeno la morte riesce a scalfire.
Fino al pensiero commosso del consulente per l’arte contemporanea Francesco Cascino:
Non basteranno mille anni, milioni di lacrime, miliardi di notti per consolare il mondo di questa perdita. Anche se molta parte del mondo è impegnata a seguire capi di stato e calciatori, questo gigante del pensiero visivo ha lasciato tanti di quei segni sulla terra che le intelligenze del globo ne resteranno influenzate per millenni, alcuni senza rendersene conto, altri piangendo ogni volta che incontreranno questi segni per strada, al lavoro, nei sogni… Basta parole, è tempo di lutto profondo. RIP Jannis Kounellis, nessuno ti dimenticherà mai.
Alberto Dambruoso, ideatore della serie di appuntamenti I martedì critici condivide l’intervento che l’artista fece in questo contesto, già pubblicato da Artribune nella sua tv.
Sconsolato l’addio di Adelina Von Furstenberg: Ciao Gianni, siamo orfani ormai…Una sensazione terribile di intontimento…( we are orphans now… a terrible feeling of daze…).
C’è un omaggio persino di Laura Boldrini che su Twitter scrive: Impegnato su temi civili ha saputo usare linguaggio bellezza senza retorica. Un artista che ha dato tanto all’arte e a tutti noi. Anche il Ministro dei Beni e delle Attività Culturali Dario Franceschini si è espresso in merito sullo stesso social: Un giorno triste, ci ha lasciato Kounellis, un grande maestro, italiano per adozione, che con la sua opera ha segnato l’arte contemporanea. E non è mancato chi ha commentato: Adesso l’arte è veramente povera.
I SALUTI DEI MUSEI ITALIANI
Ma non mancano una serie di saluti anche “istituzionali” dalla Fondazione Arnaldo Pomodoro che lo definisce un uomo e un artista che ha impresso un segno forte e indelebile nella storia dell’arte e che nel 2006 ha ospitato la mostra “Jannis Kounellis, Atto Unico” o il MamBO di Bologna che lo ricorda con un ritratto di Paolo Mussat Sartor, rievocando la mostra Arte Povera 1968 a cura di Gianfranco Maraniello e Germano Celant. Anche Cà Pesaro omaggia Kounellis, insieme alla Fondazione Pino Pascali, dove l’artista greco vinse la quinta edizione dell’omonimo premio nel 1978, allora promosso dai genitori dell’artista, Franco e Lucia Pascali, per onorare la memoria del figlio morto tragicamente per un incidente stradale con la motocicletta dieci anni prima. Salutiamo il pittore che procede oltre il quadro, cercando lo spettatore nello spazio della vita. Salutiamo l’artista che ha reso l’Italia, la Campania, Napoli e il Madre uno straordinario teatro della forza e dell’intelligenza dell’arte. (…) Grazie, Jannis Kounellis è il pensiero del Museo diretto da Andrea Viliani. Più scherzoso quello di Fondazione Merz che scrive: Addio Mr. Kounellis, tutta la Fondazione Merz la saluta con grande affetto.
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