Rinascimento e seconde possibilità. Alex Urso a Cracovia
Istituto Italiano di Cultura, Cracovia – fino al 7 marzo 2017. Ai dannati strappati alle fiamme pare che tocchi il paradiso nello studio collagistico di Alex Urso sul Giudizio Universale del più fiammingo dei pittori tedeschi. Un altro episodio di cannibalismo del Rinascimento che offre un finale alternativo alle figure protagoniste del trittico-capolavoro di Memling conservato a Danzica.
Sono otto i lavori realizzati da Alex Urso (1987) esibiti sulle pareti dell’Istituto Italiano di Cultura a Cracovia diretto da Ugo Rufino. L’artista e curatore marchigiano espone i risultati di un studio collagistico sul trittico del Giudizio Universale di Hans Memling. Non a caso, la scelta è ricaduta su un’opera del più fiammingo dei pittori tedeschi, conservata proprio in Polonia al Museo Nazionale di Danzica. “La soluzione dell’allestimento buio è motivata dalla volontà di creare una sorta di ambientazione infernale, dato che i collage sono il risultato di uno studio solo sui dannati del trittico”, spiega l’artista residente a Varsavia. Urso sembra voler dare una nuova chance ai dannati del dipinto: alle figure di Memling strappate alle fiamme infernali viene offerta un’altra opportunità, un nuovo possibile aldilà più edenico, forse all’insegna di un capovolgimento di valori. A sancirlo sono i ritagli di fiori carnosi e i frammenti di vegetazione tratti da manuali di botanica in lingua tedesca, qui leggermente piegati per dare voluminosità ai collage. Dopo aver incollato Beato Angelico su un cellulare e inserito delle sagome tratte dal Mantegna in uno dei suoi assemblage alla Joseph Cornell, Urso cannibalizza nuovamente la pittura rinascimentale Dopotutto, la sua opera può essere letta come un fecondissimo tritacarne citazionista capace di offrire un “afterlife” a qualsiasi pezzo forte della storia dell’arte.
– Giuseppe Sedia
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