Tra uomo e natura. Giovanni Termini a Pistoia
Me Vannucci, Pistoia – fino al 14 marzo 2017. Giovanni Termini dispiega il proprio immaginario – i cantieri, gli spazi cementificati del presente – inserendo nei suoi dispositivi brandelli di natura.
Gilles Clément lo ha teorizzato: oramai la natura vive nei luoghi di confine delle città, ai bordi delle strade, sulle rotatorie e negli spartitraffico. Lo ricorda anche Giovanni Termini (Assoro, 1972) nel suo dialogo in catalogo con Silvia Evangelisti. Questa nuova personale si concentra proprio sulla relazione tra uomo e natura, tra industriale e naturale, ma nelle intenzioni dell’artista non c’è nulla di politico. Permane, invece, un ragionamento sulla forma e la sostanza della scultura e dell’installazione, di cui stavolta ha alleggerito il peso specifico con l’inserimento di brandelli di natura viva. Una delle due installazioni è una sorta di obelisco interno alla galleria, solo che, alla sommità, blocca, con un cubo di cemento, un albero al soffitto, orizzontalmente. Lo immobilizza. All’insegna dell’equilibrio anche l’altro intervento site specific, una struttura circolare che ospita un precario intervento legato allo spazio. Termini si conferma scultore, anche nel ciclo di piccole opere che completa il percorso. “Non li chiamo disegni perché per me la carta è già materia”, aggiunge egli stesso a proposito.
– Lorenzo Madaro
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