Morta a 96 anni l’artista Annamaria Cesarini Sforza. Era la nonna di Matteo Basilé
Se ne va un’artista, che fu moglie, madre e nonna di artisti. Annamaria Cesarini Sforza era una donna forte, appassionata, colta. Così la saluta il nipote, nome noto della scena artistica italiana…
Una di quelle famiglie in cui l’arte è un fatto di dna. Una fede, una vocazione, una disciplina, una tradizione. Un bagaglio tramandato di generazione in generazione, fra educazione e talento. I Cascella sono una stirpe di artisti. Nonni, padri, fratelli, nipoti. Tutti pittori, scultori, incisori, mosaicisti, e oggi sperimentatori del video o della fotografia. Una linea continua che va dal capostipite Basilio, nato nel 1860 a Pescara, fino ai più giovani Matteo Basilè e Davide Sebastian, figli di Tommaso Jr.
E poi le donne di casa, che con l’arte hanno vissuto ogni giorno, ancora fra scelta e destino. È il caso di Annamaria Cesarini Sforza, moglie di Pietro Cascella. Scomparsa ieri, 2 marzo 2017, all’età di 96 anni. Artista, lei stessa.
Dopo aver studiato all’Accademia di Belle Arti di Roma, negli anni Quaranta comincia a frequentare studi di artisti noti, come Campigli, Afro, Capogrossi, Carrà, Consagra, de Chirico. Nel 1945 sposa Pietro, con cui realizza per un lungo periodo grandi opere a mosaico: un lavoro lento, di pazienza e precisione, di ricercatezza e cura, che nello scintillio delle pietruzze colorate, accostate con affettuosa dedizione, lei volle definire una “geologia domestica”.
Mondi fantastici si alternavano nei suoi disegni, tracciati col tocco sensibile dell’illustratrice e con l’eleganza irrequieta della sognatrice. Spiriti, folletti, demoni, eroi, dame, paesaggi, architetture, geometrie, simboli alchemici: piccole opere, come frammenti di un’unica fiaba fuori dal tempo.
L’ADDIO DEL NIPOTE, MATTEO BASILÉ
Annamaria – contessa di origini – conobbe l’agio, il benessere, ma anche il periodo buio della resistenza, il carcere per mano delle SS, lo strappo della separazione coniugale e sempre la passione. Per la sua arte e per il senso della libertà.
Tra le pagine di cronaca recenti si ricorda l’impegno per salvare il Cinema America, a Roma, occupato da alcuni collettivi indipendenti, poi sgomberato e a rischio d’essere abbattuto. La presenza di alcuni mosaici di Annamaria e del marito Pietro si rivelò l’arma perfetta per una battaglia giusta: fu lei stessa a domandare al Ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini di vincolare il palazzo, proprio in virtù di quelle opere installate tra gli interni e la facciata. E così avvenne. Combattiva, testarda, energica, anticonformista.
“Se ne va mia nonna che a novantasei anni tra una sigaretta e una tazza di tè e una sigaretta, con la sua ironia e il suo dolce cinismo fino a qualche settimana fa mi raccontava dei suoi nuovi progetti che stava pensando di realizzare. Oggi sono entrato nella sua piccola casa di Monteverde a Roma dove nel suo giardino, le camelie ricolme di boccioli, avevano appena fiorito… forse all’alba di stamattina per regalare a mia nonna quel profumo di vita che l’ha accompagnata nel suo ultimo respiro”.
Così scrive Matteo Basilè sul suo profilo Facebook, in un messaggio pieno di tenerezza. Quel nipote a cui lei stessa regalò alcune battute, in un’intervista di pochi anni fa. A chi le chiedeva di cosa andasse fiera, rispose: “Di tutta l’arte che mi circonda e di mio nipote Matteo. Non lo vedo mai, ma ne sono fiera”.
– Helga Marsala
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