Arte e visioni del mondo. All’American Academy in Rome
American Academy in Rome – fino al 4 aprile 2017. Vision(e) fisica, percettiva, politica, soprannaturale e mistica. La comprensione del mondo attraverso la molteplicità. Il confronto. Il percorso. La scelta. Il tutto o il nulla. Ultimi giorni di tempo per visitare la mostra allestita presso l’istituzione capitolina. Vision(s), gli ultimi giorni …
American Academy in Rome è il più antico centro americano fuori dagli Stati Uniti che ogni anno offre una borsa di studio a un gruppo di artisti e studiosi. Arte, architettura, composizione, conservazione, restauro e design. Ma anche musica e letteratura.
Il percorso espositivo 2017 è ampio e variegato, come i suoi artisti. Sviluppato su più livelli – non solo concettuali – e fisicamente dislocato in differenti visioni.
Un filo conduttore lega i diversi interventi, sia che li si voglia considerare come opere a sé stanti sia come parti di un intero. Poco cambia.
Il percorso conoscitivo non è per nulla didascalico, anzi. La fruizione è assolutamente libera e fuori da ogni schema. Come la vita.
Interventi site specific e opere preconfezionate raccontano i cambiamenti fisici, politici e culturali dell’esistenza. Senza nessuna pretesa di supremazia. Senza punti fermi. Non esiste alcuna nozione riconosciuta, alcun senso di appartenenza, nemmeno di provenienza. Tutto si mescola e si confonde magicamente.
UN PROGETTO CHE COLPISCE
Che si tratti di un progetto grandioso lo capiamo subito, accolti da una monumentale opera in legno (Robert Hutchison, Architecture and Ultramoderne). Oltre quaranta artisti coinvolti hanno dato estro alla loro creatività, confrontandosi. Mescolandosi. E così, tra immagini e sculture, si attraversa un labirinto iniziatico dove si viene avvolti da raggi luminosi che da un lucernaio raggiungono il suolo (E.V.Day, In-Vitro) o si viene rapiti lungo la scalinata dal suono delle Chimes (Emiliano Maggi), e così si prosegue dalla fotografia alla scultura, senza soluzione di continuità, fino alla fine del percorso. Passando per il cuore pulsante della rassegna che racchiude in sé il senso autentico della multiformità.
TUTTE LE SFUMATURE DI ARLECCHINO
The Most Brilliant of the Masks è l’Arlecchino camaleontico e servizievole, astuto e beffardo, estremamente versatile e contraddittorio (come i numerosi colori del suo costume). A questa icona della Commedia dell’Arte viene dedicata un’intera sezione, ampiamente sviluppata dai vari interventi. In questo puzzle multiforme, sublime metafora, gli equilibri vengono costantemente ridiscussi. Con le sue inconciliabili debolezze, nel tentativo di estorcere felicità a noi stessi, questa mirabile maniera di vedere il mondo, come forma di lusso dell’animo o di estrema povertà, ci spinge a trovare un traguardo che la maggior parte delle volte è nascosto dentro di noi. Nella nostra comune esperienza dell’immaginario e della realtà. Un semplice, umano desiderio di trovare chi ci assomiglia per stabilire un legame, e per sentire, nel profondo del cuore, che non siamo soli.
– Michele Luca Nero
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