Fiction e altri nemici. Will Benedict a Roma
Fondazione Giuliani per l’arte contemporanea, Roma – fino all’8 aprile 2017. Televisione e arte, fiction e vita. Nuovi meccanismi percettivi che ibridano il concetto di cognizione. Nessun confine, nessun luogo, nessun territorio. Una fantastica confusione tra reale e immaginario per denunciare e far riflettere.
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Una serie di video e lavori bidimensionali caratterizzano l’ultima mostra romana di Will Benedict (Los Angeles, 1978; vive a Parigi), che ha appena chiuso un altro solo show a Milano. Il linguaggio cinematografico, le teorie del marketing, i social media sospendono la distinzione tra cornice e immagine e fotografano – in maniera cruda – i meccanismi attuali della fruizione. Primeggia il concetto di finzione che pervade tutte le opere, tanto nei video girati in varie località (Francia, Norvegia, India, Stati Uniti) o sul fronte delle tematiche legate alla distribuzione del cibo o alle analisi di mercato. Sicuramente la novità più sconvolgente è contenuta nel video musicale prodotto dallo stesso Benedict per la band post industrial/noise Wolf Eyes. Un alieno parla (con scioltezza), in una finta intervista con Charlie Rose, delle problematiche relative all’ondata di migrazione in Europa. Temi ripresi anche dai dipinti e dai poster. La metafora visiva è molto vicina alla concezione estetica televisiva, soprattutto per gli stimoli che la televisione stessa induce nello spettatore.
– Michele Luca Nero
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

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