Il carcere di Taranto diventa opera d’arte. Percorso interattivo a cura di Bonito Oliva

Il progetto, co-curato dal famoso critico d’arte, coinvolge in prima persona il visitatore che sarà “schedato” e proverà l’esperienza dell’isolamento, chiuso in una cella, prima di poter scoprire le opere delle detenute.

Non è la prima volta che l’arte entra in un carcere italiano, nell’ambito di progetti finalizzati alla rieducazione del detenuto. Abbiamo già raccontato di alcuni casi in cui progetti tra arte e sociale hanno lavorato per mettere in piedi questa complessa relazione, ad esempio attraverso il muralismo, oppure sviluppando laboratori, corsi di storia dell’arte e interventi artistici vari. Ma è, forse, una novità assoluta, nel panorama delle iniziative culturali e formative realizzate all’interno delle case di reclusione in Italia, la trasformazione del carcere stesso in un’opera d’arte, grazie all’apporto di quanti vivono in prima persona la reclusione, a coloro che vi operano e agli stessi visitatori.

L’ALTRA TARANTO

L’altra città. Un percorso partecipativo e interattivo nella realtà carceraria italiana – questo il titolo dell’evento in programma dall’8 maggio al 5 giugno nella casa circondariale Carmelo Magli di Taranto – nasce, infatti, con l’obiettivo di presentare l’esperienza detentiva, con tutte le sue criticità e contraddizioni, dando modo al visitatore di percepire ciò che sono i luoghi della pena oggi attraverso un percorso plurisensoriale in diverse tappe. All’ingresso, infatti, bisogna fare una foto segnaletica e lasciare le proprie impronte digitali; poi si procederà alla scoperta del carcere attraverso le installazioni delle detenute e si proverà l’esperienza dell’isolamento, chiusi in una cella. Un progetto artistico molto articolato, curato dal critico d’arte Achille Bonito Oliva e dal comandante della polizia penitenziaria del carcere Giovanni Lamarca, che lo ha ideato diversi mesi fa, impegnando una ventina di detenute in laboratori di arte e scrittura creativa tenuti dall’artista e docente Giulio De Mitri, col supporto teorico di Roberto Lacarbonara e Anna Paola Lacatena, l’allestimento di Giovanni Guarino e la partecipazione di alcuni agenti penitenziari.

Claudia Giraud

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Claudia Giraud

Claudia Giraud

Nata a Torino, è laureata in storia dell’arte contemporanea presso il Dams di Torino, con una tesi sulla contaminazione culturale nella produzione pittorica degli anni '50 di Piero Ruggeri. Giornalista pubblicista, iscritta all’Albo dal 2006, svolge attività giornalistica per testate…

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