Ti piacciono i gatti? Allora compri Chanel. Lo dice Pamela Rosenkranz alla Fondazione Prada

L'opera "Infection" di Pamela Rosenkranz è la seconda tappa del ciclo Slight Agitation a cura del Thought Council della Fondazione Prada. Con un'imponente installazione realizzata per lo spazio della Cisterna, la Rosenkranz mette a nudo le dinamiche dell'industria cosmetica e della globalizzazione. Con un metodo sicuramente alternativo.

Un’immensa lettiera per gatti è ciò che potrebbe ricordare l’installazione di Pamela Rosenkranz, nata nel 1979 in Svizzera, alla Fondazione Prada di Milano, dove si svolge all’interno del ciclo di appuntamenti Slight Agitation del Thought Council. Ma invece è un’enorme piramide di sabbia illuminata da una luce verde RGB. L’opera dell’artista satura l’ambiente rendendolo inaccessibile e presentandolo come un antro quasi religioso ma di fatto adibito un tempo a deposito dei serbatoi per la fermentazione alcolica di una distilleria. Qui l’olfatto è protagonista: l’installazione, intitolata Infection, è infatti impregnata di feromoni felini sintetizzati in laboratorio il cui sentore può risultare sgradevole o accattivante. Il gioco dell’opera è proprio questo: l’attrazione o la repulsione per questo odore indica chi è infetto o meno dalla toxoplasmosi, un parassita che agisce a livello neurologico e che contagia il 30% della popolazione mondiale sviluppando nei portatori sani – umani e animali – un’attrazione nei confronti dei gatti.

IL CAPITALISMO DEI GATTI

Negli umani lavora inoltre con una leggera alterazione del comportamento: chi è infetto, nella ricerca condotta dall’artista, è più portato all’acquisto di prodotti di marca. Ma le implicazioni non sono così semplici perché questa traccia d’odore è spesso utilizzata nei prodotti dell’industria cosmetica, uno fra tutti il famoso Chanel n.5.
Infection permea nel corpo umano stimolando determinati processi che attingono alla nostra storia biologica e, parimenti, al subconscio, svelando nello stesso tempo le dinamiche che l’economia globalizzata mette in atto stabilendo addirittura un rapporto di dipendenza con il prodotto.
“Potremmo anche non essere infetti dalla toxoplasmosi”, spiega a questo proposito Shumon Basar del Thought Council, “e trovare ugualmente attraente il sentore felino che magari ci ricorda il profumo utilizzato dalla mamma”.

– Martina Lolli

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Martina Lolli

Martina Lolli

Curatrice e giornalista freelance nei settori di arte e musica. Dopo aver frequentato “La Sapienza” e l’Accademia di Brera (comunicazione e didattica per l'arte contemporanea) conclude la formazione con il corso per curatori CAMPO 14 alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo.…

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