L’arte della sopravvivenza. A Milano

Alla Fondazione Prada di Milano una mostra dedicata agli organismi estinti in natura che sopravvivono solo in cattività. Innescando una profonda riflessione sulla dialettica uomo-natura.

Extinct in the Wild è un progetto ideato da Michael Wang all’interno della Fondazione Prada di Milano, inducendo lo spettatore a interrogarsi sul rapporto fra sopravvivenza ed estinzione. Gli spazi della Fondazione sono stati convertiti in una sorta di museo di storia naturale interinale, un’expo a tutti gli effetti che riunisce una selezione di organismi sopravvissuti “grazie” all’intervento dell’uomo.
L’idea prende forma dal concorso internazionale del 2013 Curate awards promosso dalla Fondazione Prada e da Qatar Museums per la ricerca di nuovi talenti in ambito curatoriale.
L’artista americano, classe 1981, è noto per il fatto di impiegare sistemi che operano su scala globale – la distribuzione delle specie, i cambiamenti climatici, l’economia mondiale – come supporto per la sua arte. Basta citare Carbon copies, un progetto sul legame tra la produzione di opere d’arte e le emissioni di gas serra.

Michael Wang. Extinct in the Wild. Fondazione Prada, Milano 2017

Michael Wang. Extinct in the Wild. Fondazione Prada, Milano 2017

LA NATURA E L’UOMO

La mostra personale riunisce piante e animali che non si trovano più in natura, ma che persistono esclusivamente attraverso la cura dell’uomo, in cattività, all’interno di un habitat artificiale. Etichettate con il termine ufficialmente designato di “estinte in natura”, queste specie hanno lasciato l’ambiente originario per entrare pienamente nei circuiti della cultura umana. In un’epoca di estinzione di massa, queste tecniche moderniste trasportano gli esemplari oltre i confini nazionali, con lo scopo di far riflettere sulla relazione tra uomo e natura.

Michael Wang. Extinct in the Wild. Fondazione Prada, Milano 2017

Michael Wang. Extinct in the Wild. Fondazione Prada, Milano 2017

L’INSTALLAZIONE

Al centro dell’ampia e buia Galleria Nord le incubatrici permettono la sopravvivenza delle specie selezionate. Si tratta di tre strutture di vetro e alluminio rifinite da luci artificiali, cui si aggiunge una serie di venti fotografie realizzate dal 2014 a oggi. All’interno si possono osservare delle piante – come la magnifica Criptanto (Cryptanthus fosterianus) originaria del Brasile occidentale – e alcuni animali, tra i quali l’Ambystoma mexicanum, una salamandra acquatica scoperta a Città del Messico. Gli scatti ritraggono diversi vegetali e specie selvatiche negli habitat originali che li ospitavano prima della loro estinzione in natura. Diverse specie esistono solo grazie a sforzi umani eroici. Ne è un esempio una delle piante più insolite delle Hawaii, la cosiddetta Brighamia insignis, avvistata l’ultima volta nel 2014 e salvata da un team di botanici che hanno impollinato a mano gli ultimi semi, dei grani raccolti scendendo lungo le ripide scogliere dell’isola di Kaua’i.

Lucia Antista

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Lucia Antista

Lucia Antista

Laureata in Filologia moderna, vive a Milano, occupandosi di arte, fotografia e teatro per Libreriamo. Giornalista pubblicista, al limite della grafomania, collabora con varie testate e quando può scrive sul suo blog Luce fu.

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