Top 7. Le migliori mostre appena aperte a Venezia durante la Biennale
Da Mark Tobey alla Collezione Guggenheim a David LaChapelle alla Casa dei Tre Oci, dai vetri di Ettore Sottsass alla Fondazioni Cini alla doppia megamostra di Damien Hirst a Palazzo Grassi e Punta della Dogana. Ecco, non le troverete in questa top seven. Semplicemente perché sono mostre inaugurate nelle scorse settimane. Qui invece ci sono le migliori aperte durante l’art week che si avvia a conclusione.
GUSTON – GALLERIE DELL’ACCADEMIA
Ve l’abbiamo presentata con due interviste: alla figlia dell’artista, Musa Mayer, e alla direttrice del museo, Paola Marini. È la mostra di Philip Guston: rassegna gioiello di questa art week veneziana. Antologica pensata e ragionata, con un filo conduttore solido ma non forzato. E le opere: quelle giuste, ovvero quelle che ti aspetti e qulle che invece non ti aspetteresti, e che dunque aprono ulteriori prospettive. Da non mancare assolutamente.
LORIS GRÉAUD – ISOLA DI MURANO
Con l’attenta curatela di Nicolas Bourriaud, Loris Gréaud rianima una fornace in disuso nel cuore dell’Isola di Murano, dando forma a un intervento site specific che evoca i processi di lavorazione del vetro. Poetico e intimo, l’ambiente creato dall’artista francese porta nuovamente il fuoco e una preziosa sapienza artigiana tra i muri dell’ex fabbrica, tessendo una suggestiva trama di luci e input sonori che cullano la memoria di una pratica da salvaguardare.
ELISABETTA DI MAGGIO – QUERINI STAMPALIA
Non è l’unica mostra nella casa-museo in Capo Santa Maria Formosa (c’è anche Giovanni Anselmo, per dire). Ma la mostra di Elisabetta Di Maggio è quella che con più grazia e coerenza entra in dialogo con le sale, intessendo un dialogo proficuo e illuminante. Toccante la minuziosità dell’intervento con l’edera, meno riuscito – ma qui si parla di sfide impossibili – il confronto con Giovanni Bellini. Un’artista che in Italia andrebbe considerata assai di più.
YURI ANCARANI – CAFFÈ FLORIAN
Non è una mostra propriamente detta, ma è un film. È l’ultima edizione, in ordine di tempo, della rassegna Temporanea al Caffè Florian, in piazza San Marco. L’opera è appena conclusa ed è firmata da Yuri Ancarani. Non fatevi ingannare dal titolo: Rio Grande non ha nulla a che fare con il Canal Grande, ma è il confine naturale fra Stati Uniti e Messico. Un’altra grande prova del ravennate, fra i migliori a livello internazionale a lavorare sul limite poroso che distingue (?) arti visive e cinema.
JAN FABRE – ABBAZIA DI SAN GREGORIO
Un luogo magico a pochi passi da Punta della Dogana è quello scelto quest’anno dal fiammingo Jan Fabre per la sua ormai consueta presenza in Laguna durante la Biennale. Il titolo della mostra, Glasses and Bones, riassume chiaramente i materiali impiegati per realizzare le opere. E il mood è sempre quello cupo che inevitabilmente circonda ogni discorso sulla mortalità. Allestimento impeccabile, dettagli da osservare con cura.
INTUITION – MUSEO FORTUNY
Ennesima mostra organizzata dal mercante d’arte Axel Vervoordt nella casa-museo di Mariano Fortuny. La fascinazione è immutata, la sapienza nel costruire un percorso scenograficamente emozionante anche. Poco importa che il tema, l’intuizione, talora si perda: ben più valgono gli accostamenti fantasiosi e intelligenti fra opere distanti di secoli e continenti, con pezzi memorabili di artisti dai nomi celebri o malauguratamente sottovalutati. Non perdete il video – sì, il video – di Michaël Borremans.
THE BOAT IS LEAKING. THE CAPTAIN LIED – FONDAZIONE PRADA
Alla Fondazione Prada c’è una mostra difficile, questo è indubbio. Ma non di quelle che lasciano indifferenti. Il percorso non è predefinito, il filo rosso si costruisce man mano lungo la visita. Fra i banchi di una chiesa o sul palco di un piccolo teatro. A sovrintendere il tutto, da un lato il trio composto da Alexander Kluge, Thomas Demand e Anna Viebrock, dall’altra Angelo Morbelli con il ciclo pressoché completo dei suoi dipinti sul Pio Albergo Trivulzio. Anche solo per quest’ultima, commovente sala, una visita va fatta.
– Marco Enrico Giacomelli
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