L’Università IULM porta gli studenti alla Triennale di Milano. In qualità di curatori
Dalla collaborazione tra l’Università IULM e la Triennale di Milano nasce la mostra di Antonio Biasiucci a cura degli studenti del secondo anno del Corso di Laurea Magistrale in Arti, patrimoni e mercati
Valorizzare i talenti e indirizzarli verso una professionalità spendibile nel mondo del lavoro: è quello a cui ogni corso universitario dovrebbe ambire, ma non sempre ciò accade, a volte per mancanza di risorse, a volte semplicemente per assenza di visione. Già da qualche anno la facoltà di Arti, turismo e mercati dell’Università IULM di Milano coinvolge gli studenti in un project work che rende operative le competenze acquisite in aula. Una tappa obbligata nel percorso di studi che segna il passaggio dalla teoria alla pratica, dall’acquisizione del sapere all’autonomia del fare. Un corso di laurea interamente improntato alla commistione tra didattica e mondo del lavoro grazie allo studio di materie come Arte e Web, Startup per l’arte, Strategia delle fondazioni, Cultura e gestione dei musei, Curatela di eventi legati al mondo della moda, dell’arte e del design, ma anche a partnership con istituzioni di primissimo livello come la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo e l’Israel Museum.
LA MOSTRA
Gli studenti del secondo anno del Corso di Laurea Magistrale in Arti patrimoni e mercati, di cui è preside Vincenzo Trione, sono coinvolti in un progetto espositivo di cui devono seguire tutte le fasi dalla curatela all’organizzazione fino alla comunicazione. Guai, però, a definirla in maniera semplicistica mostra di fine corso. Gli studenti si misurano, infatti, con uno spazio espositivo reale e sono sostenuti nella realizzazione del progetto da un’istituzione prestigiosa come la Triennale. Anche la scelta degli artisti è tutt’altro che sbrigativa ma coinvolge grandi nomi dell’arte e della fotografia italiana. “L’Università IULM è l’unica istituzione accademica in Italia”, spiega Vincenzo Trione, “che offre ai suoi studenti uno spazio espositivo di pregio all’interno della sua struttura. Un vantaggio enorme in termini di opportunità che riscuote consensi anche internazionali. Proprio pochi giorni fa, ad esempio, abbiamo ricevuto in Università”, continua Trione, “Chus Martínez, Direttrice dell’Istituto d’Arte dell’Accademia FHNW di Arti e Design di Basilea, che ha definito il progetto espositivo degli studenti del Corso di Laurea Magistrale in Arti patrimoni e mercati un modello ammirevole da seguire”. La mostra di quest’anno indaga l’opera di Antonio Biasiucci (Caserta, 1961) ed in particolare il rapporto dell’artista con il tema della ritualità. Quasi come un rito il percorso espositivo celebra le varie fasi della ricerca di Biasiucci. Dalle prime opere degli anni Ottanta ai lavori più recenti seguendo il fil-rouge della fotografia in bianco e nero, mezzo prediletto dall’artista per raccontare le sue storie universali di vita, di morte e di nascita scandite dalla presenza degli elementi primari della terra. Un’idea di fotografia contemporanea e al tempo stesso quasi ancestrale che trae ispirazione dal teatro ma guarda con attenzione anche alla scultura. Fondamentale in questo senso è stata l’esperienza col teatro d’avanguardia, accanto al regista Antonio Neiwiller, che Biasiucci considera il suo maestro. Le figure che affiorano dalle immagini del fotografo napoletano sono maschere sacre, ieratiche, scolpite in una storia senza tempo.
– Mariacristina Ferraioli
Antonio Biasiucci – Riti
a cura degli studenti del secondo anno del Corso di Laurea Magistrale in Arti, patrimoni e mercati
4 maggio – 28 luglio 2017
IULM OPEN SPACE (IULM 6)
Via Carlo Bo, 7, Milano
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