Asylum. La follia in mostra a Cagliari
EXMA, Cagliari – fino al 14 maggio 2017. "L’intera vita umana è solo un gioco, il semplice gioco della follia”, diceva Erasmo da Rotterdam. Ma che cos’è la follia? 32 artisti danno la loro interpretazione in “Asylum”, progetto di Roberta Vanali co-curato da Efisio Carbone.
Quella di Asylum è un’esperienza che riflette, senza pretese di scientificità, sui disturbi della psiche e sulla condizione di segregazione delle persone affette da patologie mentali attraverso opere pittoriche, fotografie, installazioni e video.
Il viaggio comincia con un vecchio album fotografico del manicomio di Villa Clara, istituto cagliaritano chiuso nel 1998. L’allestimento, infatti, è studiato per ricreare le emozioni legate ai disturbi mentali e si sviluppa lungo un corridoio caratterizzato da luci al neon che, seppure invadenti, sono state scelte appositamente per ricreare la corsia di un vecchio ospedale psichiatrico.
L’esposizione delle opere si apre con un esemplare del ’67 della serie Bricolage di Carol Rama, in cui inquietanti occhi di bambola emergono dalla superficie del supporto. Si prosegue poi lungo la sala, divisa in due dalla presenza di sbarre; in questo modo le opere che si trovano nello spazio al di là della barriera, precluso al visitatore, dialogano in maniera insolita con quelle ubicate nell’area percorribile.
OSSESSIONI E ANGOSCE
Ossessioni, alienazione, drammi ma anche sensibilità, coscienza e talvolta ironia emergono dai lavori esposti, prevalentemente realizzati ad hoc, che trasmettono una personalissima interpretazione dell’angoscia esistenziale.
Quelli di Andrea Guerzoni sono dei “tentativi di misurazione” attraverso cui l’artista studia una patologia e la visualizza attraverso l’ossessività del particolare, mentre l’anormale percezione dei visi, già indagata da Grüsser, caratterizza i lavori di Adriano Annino e Silvia Mei. Il piccolo trittico di Daniele Santagiuliana, invece, si popola di caratteristici homunculi che assumono le sembianze mostruose di un’allucinazione visiva associata a varie simbologie e alla ripetizione ermetica di lettere e segni. Nei loro volti si manifestano gli incubi e le ossessioni dell’artista, che in questo modo intende condividere l’esperienza di un disturbo vissuto in prima persona.
ISOLAMENTI IMPOSTI
Sara Renzetti e Antonello Serra, in arte SANTISSIMI, realizzano una grande scultura in silicone che raffigura metaforicamente la situazione di emarginazione cui il malato mentale, come “carne da macello” della società, è sottoposto. In maniera simile, Barbara La Ragione raffigura in Pu-Pazzi il gioco disincantato dell’ironia: folli marionette precipitano giù da cielo, abbandonate in un cumulo indecifrabile e invisibile agli occhi dei presunti “normali”. Proprio in quest’ottica le sbarre, simbolo della distanza e dell’indifferenza, separano e al contempo invitano a guardare oltre. Ma chi sta dentro e chi sta fuori? L’intero percorso è giocato su questa ambiguità, stimolando lo spettatore a riflettere su una società che ancora oggi tende a isolare ciò che non comprende.
– Elisabetta Masala
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