Arte e alchimia. Krištof Kintera a Reggio Emilia
Collezione Maramotti, Reggio Emilia – fino al 31 luglio 2017. Krištof Kintera trasforma la sede della Collezione in una vera e propria wunderkammer. Mescolando arte, magia e scienza.
Nella filosofia rinascimentale il sapere magico era una conoscenza superiore, prima ancora dell’avvento e della prevalenza del sapere scientifico. Mago era colui che, attraverso il percorso iniziatico, spirituale ed ermetico, riusciva a penetrare il mistero delle cose della natura. Come scrisse Pico della Mirandola, la magia “è il totale compimento della filosofia naturale”: nascondeva il desiderio narcisistico di creare la vita e di avvicinarsi ai poteri creatori del divino.
Il lavoro dell’artista è un lavoro che conserva questa energia della creazione e del potere magico: soprattutto nel contemporaneo, l’artista è quello che cerca di ricreare, in un suo personale modus, l’energia propulsiva della natura partendo dal proprio mondo personale, spirituale ed estetico. Lo studio dell’artista, il luogo deputato a queste scienze occulte, diventa così il laboratorio di un moderno alchimista, un crogiuolo traboccante di energie.
FRA ARTE E SCIENZA
In Postnaturalia, Krištof Kintera (Praga, 1973) gioca perfettamente il ruolo del mago/scienziato/alchimista, ricreando un vero e proprio “organismo vivente” in cui ogni tipo di materiale – fotografie, appunti e disegni, materiali di scarto, elettrici ed elettronici, alambicchi, lampade, sostanze chimiche – diventa materia da plasmare nel laboratorio/fucina per generare una nuova natura, una post-natura. La manipolazione è essenziale in questo processo creativo, tant’è che, all’interno della mostra, l’artista ricrea il suo studio, luogo in cui la Natura viene ricreata e rigenerata nello spazio.
Tra le sale della Collezione, Kintera genera un vero e proprio erbario, non dissimile dall’Historia plantarum di Teofrasto e dagli antichi trattati di botanica, anch’essi una volta più affini alla magia che alla scienza. Mentre nella Collezione viene ricreata una palude di piante ricostruite con materiale elettrico, anche nel gabinetto naturalistico dei Musei Civici di Reggio Emilia prendono posto (provvisoriamente) alcune sculture di Kintera in sostituzione dei modellini vegetali.
DAL POST-NATURALE AL POST-MODERNO
Infine, passando dal vegetale all’animale, la post-naturalità raggiunge il suo apice con una scultura alta più di tre metri, Electrons Seeking Spirit. La scultura, realizzata con fili di rame e cavi elettrici che si intrecciano come un DNA/scheletro, termina con la testa di un caprone e rappresenta la vita che, sorgendo dal basso, prende forma.
Difforme dallo spirito alchemico della maggior parte delle opere, Public Jukebox è un’installazione sonora, in Piazza della Vittoria a Reggio Emilia: installazione itinerante perennemente in giro per l’Europa, è un jukebox pieno di musica, selezionata in base ai gusti del paese e del luogo in cui viene ospitata: dopo la post-naturalità dello stregone, la post-modernità del Genius Loci rappresentata dalla musica che passa nelle nostre radio.
Non bisogna dimenticare un dettaglio, che spazia dal cliché alla suggestione: Kintera vive e lavora a Praga, la città della magia e dell’alchimia. E ha trasformato la Collezione Maramotti nella sua Wunderkammer.
– Tommaso S. Monorchio
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