Cibo, arte e materia prima. Lucia Leuci a Milano
Fondazione Adolfo Pini, Milano – fino al 14 luglio 2017. Tra installazione e arte materica, si apre l’ultima personale di Lucia Leuci a cura di /77 che riflette, attraverso il cibo, sul rapporto tra forma e sostanza. Ma non chiamatelo Food Design.
Sotto un cielo a cassettoni, tra orologi a pendolo e piani di ruggine, affiorano cinque piatti, due in coppia, neri, e poi altri tre, il verde, l’azzurro e il marrone. Subito vengono in mente le stagioni della terra, la semina e il raccolto, l’inverno senza frutti, i pollini a primavera, l’estate al mare. Sono chiusi in teche di vetro sormontate da archi quali oggetti sacrali, inaccessibili e muti. Operazione colta di Food Design? Lucia Leuci (Bisceglie, 1977) supera ogni didascalismo e intavola una riflessione sul cibo come materia oltre che come oggetto di culto. La materia-cibo, degradabile ed effimera, necessita per forza di una forma per imporsi come “sostanza”? Che significato ha la sua sublimazione in arte in un tempo in cui la cucina è creatività prima ancora che tradizione? Le cornici delle opere sono due: la teca e il piatto. E la materia organica, oggetto tridimensionale su tela, rivendica, dall’interno, il suo valore, ancora tutto da stabilire.
– Marta Milasi
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