Mimesi di un modello. La marchesa Casati secondo Casaluce-Geiger
Galerie Jünger, Vienna – fino al 13 giugno 2017. Un alone di profumo e un costante sottinteso che contrassegna l’inquietudine della cultura contemporanea a partire da Nietzsche. La mostra viennese di Casaluce-Geiger in corso alla Galerie Jünger.
Da sempre impegnata nella esplorazione di temi come la soggettività e l’identità, ora Casaluce-Geiger, artista mid-career italo-austriaca, accentua la trama della liberazione dei desideri inconsci. Con la mostra Il profumo di Luisa Casati (con testo di Luca Scarlini), l’artista si mette personalmente in gioco nell’evocare lo stile di vita della famosa nobildonna, “la divina marchesa” Casati, sofisticatissima e ricca femme-fatale che fece della propria esistenza un’icona di eccentricità mondana, sbocciata negli ultimi decenni dell’Ottocento e consumata nella prima metà del Novecento. Tenebrosa regina della notte, fu protagonista inimitabile della cronaca rosa internazionale con i suoi serpenti avvolti al proprio corpo come stole o come gioielli. Amante della trasgressione e del lusso sfrenato, con i suoi atteggiamenti e comportamenti che sanno di leggenda, bruciò di molto le tappe che per altra strada hanno portato l’arte a talune modalità espressive come la performance, la Body Art. Assecondò le proprie pulsioni vitali, spostandosi tra Venezia, Parigi, Londra e altre località mondane, rendendosi un modello di stile, seduzione e bellezza per artisti come Boldini, Balla, Man Ray, e musa ispiratrice di intellettuali come Marinetti; amata da D’Annunzio quanto desiderata da molti uomini della high society. Morì settantaseienne a Londra in totale miseria.
ERRORI E IMMEDESIMAZIONE
In questa mostra viennese, però, nulla a che vedere con una fastosa rievocazione di carattere biografico del personaggio. Tutt’altro, giacché il taglio artistico scelto da Casaluce-Geiger implica dei contenuti sottili, complessi e intriganti. L’artista costruisce il suo percorso a partire da se stessa, auto-ritraendosi in tre scatti fotografici in bianco e nero che riproducono tecnicamente l’errore di “mosso” che caratterizzò una nota immagine fotografica della marchesa Casati eseguita a suo tempo da Man Ray: un errore divenuto perfino la sigla del suo surrealismo. In tal modo l’artista evidenzia sul piano poetico il modo in cui il meccanismo imitativo si costituisca secondo la mimesi di un “modello” già dato; ovverosia, smentendo e ribaltando il luogo comune secondo cui la dinamica mimetica tra soggetti si verifichi semplicemente per contaminazione diretta. Al tempo stesso, nella sua immedesimazione con il “modello” Casati, l’artista italo-austriaca mette in scena un duplice canale del desiderio: il proprio, che è il desiderio dell’artista di voler essere altro da sé, e, insieme, il desiderio intimo della marchesa Casati che, nei suoi incessanti flussi trasgressivi, sceglie un voler divenire anch’essa altro da sé, incanalando la propria esistenza nel soddisfacimento di tutte le potenzialità umane, fino a dire: “Voglio essere un’opera d’arte”. Come è evidente, all’artista risulta imprescindibile il concetto lacaniano secondo cui “il desiderio è sempre desiderio dell’Altro”.
SULLA SCIA DEL PROFUMO
Lo sviluppo della mostra è costruito in prevalenza con opere fotografiche che fissano scorci notturni di città e su cui talvolta la mano dell’artista è intervenuta a sovrapporre segni e simboli di esplicito riferimento. Foto tutte accomunate dal riprodurre la tecnica del “mosso”, concepito e percepito come errore-capolavoro trasferito dal volto della nobildonna a ogni luogo da lei virtualmente attraversato: spazi nelle tenebre in cui l’artista immagina di poter annullare il tempo cercando, forse, di raggiungerla rintracciando e respirando l’alone aromatico del suo profumo. In effetti, l’inaugurazione della mostra è stata caratterizzata dalla installazione olfattiva di una essenza che l’artista stessa ha creato.
– Franco Veremondi
Vienna // fino al 13 giugno 2017
Il profumo di Luisa Casati
GALERIE JÜNGER
Paniglgasse 17a
www.galerie-juenger.at
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