Un’Italia multiforme. Mauro Galligani a Gallarate
MA*GA, Gallarate – fino all'11 giugno 2017. Una mostra che racconta l'Italia attraverso lo sguardo di chi l'ha vissuta e la vive ancora nelle sue innumerevoli sfaccettature. “Mauro Galligani. Storie d'Italia” è la prima personale del fotografo senese in un museo d'arte contemporanea.
Fatti ed eventi del secondo Novecento sono raccontati lungo un percorso che si snoda in sette nuclei tematici, quali Sopravvivere al terremoto e Gente del Delta o Immagini e immaginari: anni ’60 e ’70. Mauro Galligani (Siena, 1940) è un fotoreporter che ha rappresentato i cambiamenti della cronaca italiana, pubblicando le sue storie su Il Giorno (dal 1964) ed Epoca (dal 1975 al 1997). Proprio per sottolineare la continuità tra immagini e parole, ogni sezione è accompagnata da citazioni di personalità autorevoli, come Moravia e Mura, che su Epoca racconta di come chi vive sul Delta del Po: “Non ha bisogno di leggere le novità sui giornali, di ascoltare alla radio i bollettini. Vengono sull’argine persone di tutte le età, appoggiano le vecchie biciclette ai sacchi e guardano il fiume”. Se mancasse un sostegno di questo genere, un visitatore che non si è mai imbattuto nelle opere di Galligani non capirebbe l’interesse per alcuni argomenti.
LA FOTOGRAFIA SECONDO GALLIGANI
Molto utile a questo scopo è la breve video intervista in cui il Maestro spiega la sua concezione di fotografia e nota come nel tempo la funzione informativa abbia lasciato spazio a quella ricreativa. Per una generazione di reporter che ha visto in questa tecnica espressiva un modo per testimoniare gli accadimenti, la fotografia è un momento di riflessione, la proposta di un altro punto di vista su un certo fatto, anche se a volte fallace o costruito. Galligani muove da questa consapevolezza per proporre una propria possibile interpretazione, mai assoluta né imposta. Ne è un esempio il ritratto che fa di Cossiga. Chiamato dal Quirinale per eseguirne l’effigie ufficiale, chiede come compenso di poter seguire il neopresidente nei primi giorni di servizio. Scopre così un politico molto umano, a discapito di quello che si sarebbe detto successivamente.
Questa capacità di ritrarre contesti diversi tra loro è messa in mostra lungo un percorso coerente e di facile lettura. Il lavoro curatoriale di Claudio Argentiero, infatti, permette di comprendere l’importanza di Galligani e di non venire travolti da una serie di immagini che sulla carta potrebbero sembrare in contrasto tra loro.
– Marinica Digennaro
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