Metamorfosi di una sirena. L’esordio del Museum on the Vistula di Varsavia
Museum on the Vistula, Varsavia – fino al 18 giugno 2017. Prima mostra per il Museum on the Vistula, il grande blocco bianco posizionato sul fiume Vistola, chiamato a rimpiazzare fino al 2020 il Museum of Modern Art, momentaneamente in ricostruzione. La rassegna di apertura è una piacevole e ben pensata esposizione sull'icona simbolo della città: la sirena.
La sirena di Varsavia è considerata una delle leggende romantiche più celebri della Polonia. Secondo la tradizione popolare, molto tempo fa una sirena stava risalendo il fiume Vistola, quando decise di riposarsi sulle sponde che bagnano la capitale polacca. I pescatori furono ammaliati dalla sua bellezza e dal suo canto, tanto da decidere di farla prigioniera e non lasciarla mai più andare via. Una volta catturata da un ricco e perfido mercante, la sirena venne però liberata da un giovane della città: in segno di gratitudine, la sirena promise di proteggere tutti i pescatori e, per estensione, gli abitanti di Varsavia.
La mostra in corso presso il nuovo Museum by the Vistula – il museo che temporaneamente sostituisce il Museum of Modern Art, in costruzione presso la sua nuova location – offre una bella mostra sul tema della sirena. E sembra una scelta azzeccata, da più punti di vista.
UN MUSEO VISTA FIUME
Un primo punto a favore sta, oltre che nel contenuto della mostra, nel suo “contenitore”: il padiglione del museo è infatti un grosso blocco bianco che si affaccia sulla Vistola, la quale, nei mesi primaverili ed estivi, diventa il centro vitale della capitale polacca, con concerti, eventi culturali e momenti di aggregazione che accompagnano la stagione calda in città. Per questa ragione, una mostra che rivisita l’iconografia della sirena, per di più in un museo che si affaccia sul fiume, sembra già di per sé una scelta simpatica e acuta, ma anche un invito allettante (se non altro per la possibilità di bere una birra all’aperto subito dopo aver visto la mostra).
Inoltre, l’idea di inaugurare lo spazio (è la prima mostra per il nuovo museo) con una presentazione di opere che rivisitano il simbolo della città si dimostra non solo un tributo felice nei confronti della città stessa, ma un invito a turisti, visitatori di passaggio e tutti coloro che, pur non essendo soliti alla frequentazione di luoghi d’arte, possono avere piacere e curiosità a rivivere sotto una chiave diversa una delle icone più sbandierate dell’identità nazionale locale.
UNA MOSTRA COERENTE E ACCESSIBILE
Appena entrati nel padiglione si è accolti da uno spazio arioso, suddiviso in tre aree, dove la grande quantità di lavori è distribuita con giusta sapienza e garbo, senza la ricerca ostentata di una soluzione spettacolare.
Brevi descrizioni anticipano ogni sezione, fornendo sì al visitatore la possibilità di conoscere le indicazioni – sintetiche e ben espresse – dei curatori, ma allo stesso modo lasciandolo libero di fantasticare godendo appieno del clima surreale creato dai lavori esposti, con l’abbondanza di simboli, presenze mitologiche e figure femminili.
Le opere in mostra sono spesso inedite e realizzate per l’occasione, come il video di Agnieszka Polska; altre invece sono chicche inattese, come gli sketch di Picasso, i collage surrealisti di Penny Slinger o le raffinate puntesecche di Louise Bourgeois.
In questi e in altri casi la mostra punta a ripercorrere tutte le evoluzioni della figura della sirena nel corso dei secoli, dalle rappresentazioni più comuni – la versione dualistica della creatura metà donna e metà pesce – fino alle interpretazioni più recenti, come l’immagine della sirena presa a simbolo dell’emancipazione sessuale dai movimenti avanguardisti del XX secolo, con le opere in mostra di Dorothea Tanning e Leonor Fini.
E poi ancora Wolfgang Tillmans, Elmgreen & Dragset, Karol Radziszewski, i disegni di Aleksandra Waliszewska e i due acquerelli su carta della nostra Carol Rama, a completare un percorso coerente, leggero, e accessibile a tutti.
– Alex Urso
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